La condanna di Meriam e i nuovi cristiani perseguitati!
QUOTIDIANITA' E VITA
La condanna di Meriam e i nuovi cristiani perseguitati!
25 maggio 2014 |
di Egidio Chiarella |
Succede anche all’inizio del terzo millennio! Una giovane donna sudanese, di nome Meriam, circa quindici giorni addietro, è stata condannata a morte per apostasia e cento frustate. In Sudan infatti è punito con la morte chi ripudia e rinnega la propria religione per seguirne un’altra. La giovane donna figlia di musulmani, in base alla Sharia (Legge Islamica) è considerata a tutti gli effetti di fede musulmana ed è quindi impossibilitata a sposare un uomo di altro credo, pena il non riconoscimento del matrimonio, con l’accusa di adulterio. Meriam ha invece sposato Daniel, credente cristiano che vive sulla sedia a rotelle e dipende completamente dalla sua giovane sposa.
I due hanno avuto in figlio, oggi di quasi due anni, costretto a stare nella cella con la mamma, tra l’altro ora incinta di otto mesi. L’opinione pubblica mondiale ha alzato però la voce e forse oggi il caso potrebbe avere un altro epilogo, facendo cadere l’ignobile decisione del giudice di Khartum. Infatti c’è da dire che la pena di morte è stata scongiurata e si andrà a nuovo processo, con il quale si spera che finisca presto la tragica odissea di questa donna, rea di aver scelto semplicemente di essere cristiana. Il giornale dei Vescovi italia
ni, l’Avvenire, è stato in prima fila e con successo, a portare avanti una grossa campagna di solidarietà per la donna vittima di una legge assurda.
Purtroppo oggi ci sono migliaia di nuovi cristiani perseguitati. Il Colosseo, teatro di morte atroce per chi seguiva Cristo, l’altra sera ha spento le sue luci per accendere i riflettori della coscienza mondiale sulle tante recenti persecuzioni. Così Papa Francesco a Santa Marta: “Anche oggi ci sono tanti "padroni delle coscienze": in alcuni Paesi c'è chi uccide in nome di Dio o si va in carcere solo se si porta un Vangelo o una croce. Io ho pianto quando ho visto sui media la notizia di cristiani crocifissi in un certo Paese non cristiano. Anche oggi c’è questa gente che, in nome di Dio, uccide, perseguita. E anche oggi vediamo tanti che, "come gli apostoli”, sono “lieti” di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù”.
I numeri delle persecuzioni sono oggi sconvolgenti. Si parla di centinaia di migliaia di cristiani che vengono trucidati nel mondo. Anche in Nigeria finalmente si sono accesi le luci dello sdegno generale, dopo il ratto di duecento studentesse cristiane, costrette a convertirsi all’Islam. Sono almeno tre anni che le bande Boko Haram (che significa “l’educazione è peccato”) scorrazzano per la Nigeria settentrionale praticamente indisturbate, assaltando chiese, scuole, villaggi, trucidano cristiani. Compiono stragi alla cieca, senza risparmiare chiunque si opponga, in una escalation di terrore, per de-
stabilizzare il potere del paese più ricco di petrolio presente nel continente Africano.
Ritornando al caso di Meriam dobbiamo sperare che tutto vada per il verso giusto. A fine giugno, infatti, prima dell’inizio del Ramadan, è attesa la data del nuovo processo. I legali della donna hanno fatto appello a una corte superiore. In questi giorni anche lo stesso presidente del Parlamento del Sudan ha cercato di minimizzare il caso. Quel che conta ormai è che si arrivi in poco tempo ad una soluzione positiva. L’ultima volta in cui in Sudan è stata eseguita una condanna a morte, per apostasia, era il 1985! Ci auguriamo con tutto il cuore che Khartum non voglia tornare indietro e scrivere ancora una brutta pagina per il mondo intero.
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