“Stava con le fiere e gli angeli lo servivano”
Riflessioni Varie sulla Parola
“Stava con le fiere e gli angeli lo servivano”
Sul Vangelo di Marco (Mc 1,12-15)
22 Febbraio 2015 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
“Lasciati tentare dalla voglia” diceva un famoso spot pubblicitario che invitava i consumatori a non fare resistenze al desiderio di acquistare e consumare un prodotto dolciario.
La nostra situazione di umanità ferita dal peccato nasce proprio da una simile tentazione ascoltata e poi assecondata e messa in atto, cioè la tentazione di farsi come Dio oppure sostituirsi a Lui.
Questa tentazione è alimentata da tante fiere che abitano la nostra vita: l’orgoglio, l’invidia e la rabbia.
Il deserto, diventa, allora, il luogo privilegiato per prendere coscienza della propria creaturalità, della fragilità umana, per prendere coscienza dei propri errori, e, dunque riprendere le redini della propria vita, riappropriarsi del proprio ruolo, identità e dignità.
Il deserto è il luogo dell’incontro tra il silenzio e il tempo in cui la riconciliazione con se stessi, con Dio e gli uomini richiede paziente ascolto e docile sottomissione all’azione dello Spirito Santo.
La preghiera e il Vangelo sono l’unica arma che occorre indossare per vincere ogni “fiera”.
Anche nel mondo animale accade qualcosa di simile. Quando un animale è ferito o malato, si ritira in un luogo solitario per nascondere la propria debolezza e prendere forza.
Il deserto è il luogo in cui per sopravvivere occorre portarsi dietro le cose essenziali e bisogna indossare abiti adeguati. Numerosi sono i disagi che si possono incontrare: il caldo, il freddo, l’arsura, il sudore. Altrettanto numerosi sono i pericoli quali: le insolazioni, le tempeste di vento, i morsi di serpenti velenosi, scorpioni ETC.
Quando si è in un deserto, si va subito alla ricerca di un’oasi per trovare pace, riposo e ristoro.
Se trasportiamo in modo figurato questi elementi sul nostro piano spirituale, ci accorgeremo che tutti, chi più, chi meno, ha vissuto nella sua vita gli stessi momenti di fatica di abbagli e offuscamento di chi ha vissuto un’esperienza forte di crisi esistenziale e, si è messo alla ricerca di Dio, avvicinandosi alla Chiesa.
Da queste situazioni difficili si può uscirne fortificati o distrutti, schiacciati o risorti.
I grandi padri del deserto come Sant’Antonio Abate suggeriva la pratica della meditazione in questi delicati momenti esistenziali, per aiutare lo spirito a entrare in dialogo con Dio, per ricaricarsi. Una sorta di terapia dell’anima.
Diceva Sant’Antonio: se non hai tentazioni, non sei un uomo che sceglie. Il santo non è chi ha spento le tentazioni, ma chi le attraversa e domanda loro: Perché? Cosa Vuoi dirmi? Qual è il tuo futuro?
In questa prima domenica di quaresima Gesù ci vuole insegnare che è possibile uscire dal deserto della nostra difficile situazione in cui ci troviamo, che è possibile convivere con le tante fiere che ci circondano senza lasciarci comandare o sbranare da esse, perché abbiamo degli angeli, che ci “servono” cioè degli intercessori, uomini e donne che pregano e si sacrificano per noi.
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