“É risorto, non é qui”
Riflessioni Varie sulla Parola
“É risorto, non é qui”
Sul Vangelo di Giovanni (Gv 20,19-31)
5 Aprile 2015 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
E’ la parola di un giovane seduto sulla lastra di pietra collocata all'interno del sepolcro ove era stato deposto il corpo di Gesù.
E’ bello considerare il fatto che l’annuncio della resurrezione di Cristo provenga da un giovane, di cui l’evangelista Marco non ci dice il nome, nè la provenienza.
Di lui sappiamo solo un dettaglio, era vestito di bianco. «Videro un giovane, seduto sulla destra, vestito di una veste bianca» (Mc 16, 6).
Cosa ci ricorda questa veste bianca?
Ci ricorda il giorno del nostro battesimo quando il sacerdote nel consegnarci la vesta bianca ci ha detto che eravamo diventati nuova creatura e ci eravamo rivestiti di Cristo, e, ci invitava a portarla senza macchia per la vita eterna con l’aiuto delle parole e dell'esempio dei nostri cari.
Ogni cristiano, è l’uomo “giovane” del Vangelo, l’uomo rivestito dello splendore di Cristo che ha il diritto di annunciare a tutti la buona novella:«Gesù è risorto» (Mc 16, 7).
Si dice che chi ama mette le ali sotto i suoi piedi: corre veloce verso l’amato/a.
E’ quello che hanno fatto i due Apostoli Pietro e Giovanni.
Entrambi corrono verso l’Amato, verso il Risorto «Correvano insieme tutte e due» (Gv 20, 4).
La loro non è una corsa agonistica, una corsa politica, ma una corsa di fede.
E’ la corsa di due generazioni innamorati di Gesù Cristo.
I giovani sono capaci nella fede di arrivare prima di noi “adulti” verso Gesù. «L’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro» (Gv 20, 3).
Tuttavia la loro “corsa” verso Gesù può arrestarsi, oppure può essere arrestata dal cattivo esempio dei grandi, cioè, quando non trovano negli adulti, il coraggio e una testimonianza di vita credibile e coerente con il vangelo.
I giovani come Giovanni “seguono” gli adulti, se trovano nel loro cammino uomini veri, come Pietro, che non fondano la loro fede sui segni, sulle apparenze, sulle coreografie, uomini che non si fermano alle “bende” e al “sudario”, ma si spingono ancora in avanti, verso il significato profondo delle Sacre Scritture. «Allora entrò anche l’altro discepolo [...] e vide e credette» (Gv 20, 8).
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