La Buona Notizia della Domenica - 28 Maggio 2023
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La Buona Notizia della Domenica
28 Maggio 2023 - Domenica di Pentecoste - Anno A
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Catechesi sulla Parola della Domenica
preceduta da un
Insegnamento sull'Associazione Laicale Nicodemini che si vuole costituire
a cura del sacerdote Tommaso Boca
Qui sopra potete vedere e ascoltare la video-riunione settimanale degli Aspiranti alla costituzione dell'Associazione Ecclesiale della Famiglia Missionaria San Nicodemo.
Tali riunioni hanno lo scopo, da una parte, di conoscere e di confrontarsi con il Progetto Statutario dell'Associazione stessa, e dall'altra hanno lo scopo di approfondire la conoscenza della vita cristiana attraverso la riflessione sulla Liturgia derlla Parola relativa alla domenica sucessiva alla data della riunione.
Tale riflessione prende il nome di "La Buona Notizia della Domenica": ci si vuole riferire all'aspetto specifico della vita cristiana che, in ciascuna domenica, la Santa Chiesa propone all’ascolto e alla riflessione dei fedeli attraverso la scelta appropriata di brani della Sacra Scrittura.
La riflessione viene guidata dal sacerdote Tommaso Boca e viene realizzata con l'apporto dialogante di tutti i Partecipanti.
Qui di seguito vengono riportati i testi in base ai quali la riflessione stessa è stata realizzata. Essi sono seguiti da una introduzione che spiega come si è addivenuti all'individuazione e alla formulazione de "La Buona Notizia della Domenica".
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28 MAGGIO 2023
DOMENICA DI PENTECOSTE – ANNO A
LA BUONA NOTIZIA DELLA DOMENICA
1. La BASE DEL MESSAGGIO, NEL VERSETTO VANGELO
[Senza immediato riferimento biblico]
Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Lo Spirito Santo abita, come in un tempio, in coloro che credono e li riempie dei suoi doni, delle sue grazie. Tra l’altro, insieme al dono della grazia santificante, egli arricchisce i credenti con la fede, la speranza e la carità.
La fede è accoglienza della verità di Dio sull’uomo e su sé stesso; la carità è attuazione della verità accolta: si tratta della fede che opera attraverso la carità.
La grazia santificante si sviluppa attraverso l’esercizio della fede e della carità, che sono sostenute dalla speranza, dalla speranza di entrare nella gioia che viene promessa a coloro che vivono la fede nella carità.
2. LO SVILUPPO DEL MESSAGGIO NEL VANGELO
(Giovanni 20, 19-23)
Gesù appare ai suoi discepoli nel giorno della sua Resurrezione.
Giovanni 20, 19-20
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
I discepoli sono paurosi, sono barricati in casa: lo Spirito Santo che riceveranno li renderà forti e coraggiosi.
Gesù continua a rafforzare la loro fede e i discepoli gioiscono nel riconoscere il Signore; gioiscono anche per il conforto che ricevono dalla sua visita.
Gesù conferisce il mandato di continuare la sua opera di apostolato e istituisce il sacramento della Confessione.
Giovanni 20, 21-23
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Gli apostoli sono chiamati a continuare, dal punto di vista soggettivo, l’opera di salvezza di Gesù a favore di tutti gli uomini.
Essi continueranno questa opera di salvezza in una dimensione pastorale: regale, profetica e sacerdotale. Essi operano con Gesù e nel nome di Gesù, con la guida e la forza dello Spirito e della sua grazia, che agisce in un modo particolare nei Sacramenti.
In questa circostanza dell’apparizione nel giorno della sua Risurrezione, Gesù istituisce il sacramento della Confessione.
3. L’ARRICCHIMENTO DELLA PRIMA LETTURA
Atti degli Apostoli 2, 1-11
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.
Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.
Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Questo episodio ci fa vedere quello che avviene per l’effusione dello Spirito Santo. Le persone, appartenenti a popoli diversi, sono in grado di comprendere nella loro lingua quanto viene annunciato dagli Apostoli.
Il peccato, come risulta dall’episodio biblico della Torre di Babele, aveva provocato l’incomprensione comunicativa tra le persone: questa frattura viene adesso sanata per opera dello Spirito Santo, che dona agli apostoli la possibilità di esprimersi in lingue diverse.
Più profondamente, dobbiamo rilevare che la comunione tra gli uomini viene ristabilita nell’amore che tra l’atro è verità, giustizia, umiltà e benevolenza.
Dal punto di vista spirituale si potrebbe fare anche questa riflessione: per farsi comprendere bisogna incarnarsi nella realtà in cui ciascuno vive. Al riguardo San Paolo scrive: Per coloro che sono sotto la Legge - pur non essendo io sotto la Legge - mi sono fatto come uno che è sotto la Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Per coloro che non hanno Legge - pur non essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo - mi sono fatto come uno che è senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono senza Legge. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io (1Corinzi 9, 20b-23).
4. FORMULAZIONE DEL MESSAGGIO
Lo Spirito Santo nella Pentecoste costituisce la Chiesa, Corpo mistico di Cristo, e la conduce verso la pienezza della Verità e la perfezione dell’Amore.
Spirito Santo: Spirito di Verità.
«I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio». Ora, il suo Spirito, che lo rivela, ci fa conoscere Cristo, suo Verbo, sua Parola vivente, ma non manifesta sé stesso. Colui che «ha parlato per mezzo dei profeti» ci fa udire la parola del Padre. Lui, però, non lo sentiamo. Non lo conosciamo che nel movimento in cui ci rivela il Verbo e ci dispone ad accoglierlo nella fede. Lo Spirito di verità che ci svela Cristo non parla da sé. Un tale annientamento, propriamente divino, spiega il motivo per cui «il mondo non può ricevere» lo Spirito, «perché non lo vede e non lo conosce», mentre coloro che credono in Cristo lo conoscono perché dimora presso di loro (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 687).
Spirito Santo: Spirito di Amore.
«Dio è amore» e l'amore è il primo dono, quello che contiene tutti gli altri. Questo amore, Dio l'ha «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato».
Poiché noi siamo morti, o, almeno, feriti per il peccato, il primo effetto del dono dell'amore è la remissione dei nostri peccati. È «la comunione dello Spirito Santo» che nella Chiesa ridona ai battezzati la somiglianza divina perduta a causa del peccato.
Egli dona allora la «caparra» o le «primizie» della nostra eredità; la vita stessa della Santissima Trinità che consiste nell'amare come egli ci ha amati. Questo amore (la carità di cui al tredicesimo capitolo della Prima Lettera ai Corinzi) è il principio della vita nuova in Cristo, resa possibile dal fatto che abbiamo «forza dallo Spirito Santo» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 733-735).
Spirito Santo: Spirito di Comunione nella Verità e nell’Amore.
Nel Vangelo di Giovanni si dice che Gesù è disceso sulla terra pieno di grazia e di verità (cfr. Giovanni 1,14) e Gesù dice di sé stesso di essere la via, la verità, la vita (cfr. Giovanni 14,6): Gesù è la Parola che illumina la realtà, che svela il senso della vita dell’uomo, è la Verità.
Il messaggio di base proclamato da Gesù è che l’uomo è chiamato all’amore, all’amore di Dio, del prossimo e di sé stesso, e anche del creato.
Gesù, nel Discorso della Montagna, richiede ancora agli uomini di essere perfetti come è perfetto il Dio Padre, che, come dice San Giovanni, è Amore.
In tutte le tre Persone Divine c’è pienezza di Verità e d’Amore, anzi sono Verità e Amore, ma possiamo dire che come è appropriato del Figlio il termine Verità, e come è appropriato del Padre il termine Amore, così possiamo dire che è appropriato dello Spirito Santo il termine Comunione di Verità e d’Amore.
La dottrina delle appropriazioni (o attribuzioni) consiste nell’applicare una certa caratteristica ed attributo (che di per sé appartiene sempre a tutte e Tre le Persone divine) ad una delle Tre perché più appropriata a ciò che quella Persona è nella Trinità Immanente.
Il Tema della Parola della domenica odierna lo possiamo così formulare: lo Spirito Santo nella Pentecoste costituisce la Chiesa e la conduce verso la pienezza della Verità e la perfezione dell’Amore.
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INTRODUZIONE A
“IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA”
Il Vangelo della domenica viene scelto dalla Santa Chiesa per proporre all’ascolto e alla riflessione dei fedeli un aspetto specifico del messaggio cristiano.
Questo aspetto viene focalizzato attraverso il Versetto al Vangelo nelle parti relazionate al Vangelo, viene sviluppato nel Vangelo e viene approfondito nella Prima Lettura.
Ne risulta che il Versetto al Vangelo è la chiave di lettura e la cerniera del Vangelo e della Prima Lettura.
Un arricchimento del messaggio si potrebbe ricavare dall’analisi del Salmo responsoriale, che viene scelto dalla Santa Chiesa per descrivere la risposta appropriata dell’uomo a Dio che parla attraverso la Prima Lettura.
E un ulteriore arricchimento si potrebbe ricavare dall’analisi della Seconda Lettura, la quale, talvolta, viene scelta dalla Santa Chiesa proprio perché rispecchia il messaggio specifico che vuole proporre ai fedeli; ma anche quando non ci fosse questo stretto legame, ci sarebbe comunque un arricchimento, poiché il significato di un’affermazione biblica – sempre – si comprende meglio alla luce delle altre.
Tuttavia, nell’elaborazione di tale messaggio, almeno in modo esplicito, si farà riferimento solo alla Prima Lettura, al Versetto al Vangelo e al Vangelo.
Più precisamente, per realizzare l’elaborato saranno presi in esame i testi integrali del Versetto al Vangelo e del Vangelo nonché il testo integrale o parziale della Prima Lettura: i testi del Versetto al Vangelo e della Prima Lettura saranno commentati nelle parti che sono in relazione all’aspetto specifico del messaggio della domenica, mentre il Vangelo sarà commentato in tutte le sue parti.
Pertanto, nella realizzazione del messaggio della domenica si procederà nel modo seguente.
Si comincerà dal testo del Versetto al Vangelo, commentandolo nelle parti che sono riprese nel Vangelo.
Successivamente si esaminerà e si commenterà il testo del Vangelo in tutte le sue parti.
Quindi si esaminerà e si commenterà la Prima Lettura, o un suo stralcio, nelle parti che approfondiscono la formulazione del messaggio della domenica che si vuole proporre.
Quindi si procederà alla formulazione del testo del messaggio della domenica; in esso confluiranno tutti i commenti di cui sopra, tranne quelli fatti al Vangelo nelle parti che non sono attinenti al messaggio stesso.
Al termine della presentazione dell’elaborato, durante la quale i Partecipanti potranno già interagire, i Partecipanti stessi saranno invitati, con i loro interventi, ad arricchire e approfondire quanto è stato detto, sulla base delle “Tracce per la Risonanza”, qui di seguito riportate.
Al messaggio della domenica in questione, viene dato il nome di "La Buona Notizia della Domenica": al riguardo si mette in evidenza che il termine Vangelo, che deriva dal greco, significa appunto Buona Notizia.
Tracce per la Risonanza
1. Indicazione di quello che mi ha particolarmente colpito.
2. Progressi avvertiti nel mio processo educativo:
a) sono stato informato su qualcosa che non sapevo;b) ho preso coscienza:
· di un mio modo di pensare sbagliato;· di un mio comportamento sbagliato;· di un attaccamento del mio cuore a qualcosa che è peccato.
3. Formulazione di domande:
a) al fine di capire meglio le letture proposte;b) al fine di chiarire alcuni aspetti della fede, in particolare quelli richiamati dalle letture stesse.
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