La Buona Notizia della Domenica - 23 Aprile 2023
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La Buona Notizia della Domenica
23 Aprile 2023 - III Domenica di Pasqua - Anno A
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Catechesi sulla Parola della Domenica
preceduta da un
Insegnamento sull'Associazione Laicale Nicodemini che si vuole costituire
a cura del sacerdote Tommaso Boca
Qui sopra potete vedere e ascoltare la video-riunione settimanale degli Aspiranti alla costituzione dell'Associazione Ecclesiale della Famiglia Missionaria San Nicodemo.
Tali riunioni hanno lo scopo, da una parte, di conoscere e di confrontarsi con il Progetto Statutario dell'Associazione stessa, e dall'altra hanno lo scopo di approfondire la conoscenza della vita cristiana attraverso la riflessione sulla Liturgia derlla Parola relativa alla domenica sucessiva alla data della riunione.
Tale riflessione prende il nome di "La Buona Notizia della Domenica": ci si vuole riferire all'aspetto specifico della vita cristiana che, in ciascuna domenica, la Santa Chiesa propone all’ascolto e alla riflessione dei fedeli attraverso la scelta appropriata di brani della Sacra Scrittura.
La riflessione viene guidata dal sacerdote Tommaso Boca e viene realizzata con l'apporto dialogante di tutti i Partecipanti.
Qui di seguito vengono riportati i testi in base ai quali la riflessione stessa è stata realizzata. Essi sono seguiti da una introduzione che spiega come si è addivenuti all'individuazione e alla formulazione de "La Buona Notizia della Domenica".
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1. LA BASE DEL MESSAGGIO, NEL VERSETTO AL VANGELO
Cfr. Luca 24, 32
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
arde il nostro cuore mentre ci parli.
arde il nostro cuore mentre ci parli.
La fede in Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, ha un segno di conferma nelle profezie che precedono l’incarnazione del Figlio di Dio, nel seno di Maria per opera dello Spirito Santo.
E Gesù, Maestro, si fa pedagogo saggio, amorevole e paziente. Per educare bisogna avere questo atteggiamento, che non demorde dalla trasmissione della verità ma ne conosce i tempi e le gradazioni.Il Versetto al Vangelo è una frase del Vangelo stesso, trasformata in implorazione: l’intento della Chiesa è quello di condurre alla fede coloro che la cercano e questo implica che gli inviati del Signore, di ieri come di oggi, la comunione con Gesù nel suo Santo Spirito.
Infatti, “nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio” (2 Pietro 1, 20a-21). Per comprendere la Sacra Scrittura è necessaria la fede, più precisamente la fede operante nella carità che implica la comunione con il Signore Gesù nel suo Santo Spirito.
Gli studiosi affermano che, durante l’omelia, lo Spirito Santo è presente sia nel sacerdote che la dice sia nei fedeli che l’ascoltano. Si afferma ancora che per poter studiare Teologia, che consiste nella conoscenza scientifica e sistematica del contenuto della Rivelazione, è necessaria la fede vissuta, il che implica la comunione con il Signore Gesù nel suo Santo Spirito.
Gesù stesso nel Vangelo insegna ai suoi discepoli che nelle persecuzioni lui stesso avrebbe suggerito ai suoi discepoli le parole e la sapienza per difendersi dai loro avversari (Cfr. Luca 21,12-15), e Gesù agisce con la grazia del suo Santo Spirito.
Gesù stesso, ancora, dopo la sua Resurrezione e prima di salire in Cielo dice ai suoi discepoli che di lì a poco avrebbe mandato il suo Santo Spirito, il quale avrebbe ricordato le sue parole e le avrebbe approfondito in modo pieno (Giovanni 16,12-14).
2. LO SVILUPPO DEL MESSAGGIO NEL VANGELO
(Luca 24, 13-35)
Gesù si avvicina al discepolo bisognoso
(Luca 24, 13-16)
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Gesù va alla ricerca di ogni uomo per salvarlo, per aiutarlo. Lo fa dunque, e a maggior ragione, con i suoi discepoli, con i suoi amici.
Si afferma in questo paragrafo che i due discepoli non riconoscono Gesù, potremmo dire che non lo vedono, che non hanno fede: essi, infatti, non ricordano e non hanno capito bene le parole che Gesù, nel passato, aveva loro detto.
La manifestazione di Gesù ai discepoli di Emmaus
(Luca 24, 17-24)
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
I discepoli sono scoraggiati. Lo scoraggiamento porta alla tristezza e alla debolezza fisica, mentale e di azione: nella preghiera si trova l’antidoto a questo stato d’animo e si trovano la lucidità e l’energia per proseguire e crescere nel cammino della vita.
È da notare che Gesù, come sempre, si fa pedagogo saggio, amorevole e paziente. Per educare bisogna avere questo atteggiamento che non demorde dalla verità ma ne conosce i tempi e le gradazioni.
La manifestazione di Gesù ai discepoli di Emmaus
(Luca 24, 25-27)
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Gesù rimprovera i due discepoli, mettendo in evidenza la loro incredulità, ma nello stesso tempo si mette al loro servizio per portarli al riconoscimento della verità e all’accoglimento della salvezza.
La carità e la Parola alimenti per la nostra fede
(Luca 24, 28-32)
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
La carità alimenta la nostra fede, e dunque alimenta l’accoglienza nella verità della Parola. Questo movimento si realizza pure nella lettura e nello studio delle Sacre Scritture, che contengono l’esperienza nella fede della Parola che si rivela. Di questa esperienza, gli autori ispirati scrivono tutto e soltanto quello che viene indicato da Dio.
Nella comunione con Gesù la chiarezza della verità rivelata
(Luca 24, 33-35)
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.La Bibbia di Gerusalemme, nella sua nota a questi versetti, dice che Luca, con le parole “spezzare il pane”, pensa senza dubbio all’Eucarestia: è dunque nella comunione con Gesù che si ha la chiarezza della verità rivelata.
3. L’ARRICCHIMENTO DELLA PRIMA LETTURA
Atti degli Apostoli 2, 14a.22-33
[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene -, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l'avete crocifisso e l'avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: "Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza".
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: "questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione".
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».
I discepoli annunciano la morte e resurrezione di Gesù per la nostra salvezza. Si tratta dell’annuncio fondamentale – kerygma - della Chiesa primitiva, ma anche della Chiesa di sempre.
Papa Francesco così scrive in una sua esortazione apostolica: “Non si deve pensare che nella catechesi il kerygma venga abbandonato a favore di una formazione che si presupporrebbe essere più “solida”. Non c’è nulla di più solido, di più profondo, di più sicuro, di più consistente e di più saggio di tale annuncio. Tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma che va facendosi carne sempre più e sempre meglio, che mai smette di illuminare l’impegno catechistico, e che permette di comprendere adeguatamente il significato di qualunque tema che si sviluppa nella catechesi. È l’annuncio che risponde all’anelito d’infinito che c’è in ogni cuore umano (Evangelii Gaudium 165a).
Insieme all’annuncio fondamentale della fede cristiana, il passo che abbiamo ascoltato mostra che quanto è accaduto corrisponde a quanto è stato profetizzato: come abbiamo detto la profezia che si realizza diventa segno per la nostra fede.
In questo ambito, quando Davide si riferisce a Gesù come suo Signore, viene affermato che Gesù è Dio, non è semplicemente un uomo. Gesù stesso nel Vangelo di Matteo ne spiega il motivo:
«Mentre i farisei erano riuniti insieme, Gesù chiese loro: "Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?". Gli risposero: "Di Davide". Disse loro: "Come mai allora Davide, mosso dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo:
Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi?
Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?". Nessuno era in grado di rispondergli e, da quel giorno, nessuno osò più interrogarlo» (Matteo 22, 41-45).
Inoltre, in questo brano, si parla dell’effusione dello Spirto Santo attraverso l’umanità di Gesù, effusione che realizza concretamente la salvezza operata da Gesù.
4. FORMULAZIONE DEL MESSAGGIO
La fede in Gesù morto e risorto per la nostra salvezza, secondo le Scritture.
La fede in Gesù morto e risorto per la nostra salvezza ha un segno di conferma nelle profezie che precedono l’incarnazione del Figlio di Dio nel seno di Maria per opera dello Spirito Santo. È Gesù, Maestro, si fa pedagogo saggio, amorevole e paziente. Per educare bisogna avere questo atteggiamento che non demorde dalla verità ma ne conosce i tempi e le gradazioni.
Il versetto al Vangelo si fa implorazione perché anche i discepoli di oggi possano arrivare alla fede e questo esige che anche gli inviati del Signore nei giorni odierni abbiano la comunione con Gesù nel suo Santo Spirito.
Per portare alla fede, dunque, bisogna essere persone di fede, nelle quali in tal modo opera lo Spirito Santo e ciò significa che in essi si manifesta la carità e nella comunione.
Ne deriva che questa stessa manifestazione della fede, nella carità e nella comunione, non solo è necessaria per spiegare la Parola di Dio, ma diventa essa stessa un segno per poter credere: Gesù dice che gli ascoltatori e coloro che li osservano, crederanno se i suoi discepoli avranno amore gli uni per gli altri.
La fede si poggia sulla ragione ed ha bisogno di segni, e segni sono le profezie che si compiono ma anche la vita di fede nella carità e nella comunione.
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INTRODUZIONE A
“IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA”
Il Vangelo della domenica viene scelto dalla Santa Chiesa per proporre all’ascolto e alla riflessione dei fedeli un aspetto specifico del messaggio cristiano.
Questo aspetto viene focalizzato attraverso il Versetto al Vangelo nelle parti relazionate al Vangelo, viene sviluppato nel Vangelo e viene approfondito nella Prima Lettura.
Ne risulta che il Versetto al Vangelo è la chiave di lettura e la cerniera del Vangelo e della Prima Lettura.
Un arricchimento del messaggio si potrebbe ricavare dall’analisi del Salmo responsoriale, che viene scelto dalla Santa Chiesa per descrivere la risposta appropriata dell’uomo a Dio che parla attraverso la Prima Lettura.
E un ulteriore arricchimento si potrebbe ricavare dall’analisi della Seconda Lettura, la quale, talvolta, viene scelta dalla Santa Chiesa proprio perché rispecchia il messaggio specifico che vuole proporre ai fedeli; ma anche quando non ci fosse questo stretto legame, ci sarebbe comunque un arricchimento, poiché il significato di un’affermazione biblica – sempre – si comprende meglio alla luce delle altre.
Tuttavia, nell’elaborazione di tale messaggio, almeno in modo esplicito, si farà riferimento solo alla Prima Lettura, al Versetto al Vangelo e al Vangelo.
Più precisamente, per realizzare l’elaborato saranno presi in esame i testi integrali del Versetto al Vangelo e del Vangelo nonché il testo integrale o parziale della Prima Lettura: i testi del Versetto al Vangelo e della Prima Lettura saranno commentati nelle parti che sono in relazione all’aspetto specifico del messaggio della domenica, mentre il Vangelo sarà commentato in tutte le sue parti.
Pertanto, nella realizzazione del messaggio della domenica si procederà nel modo seguente.
Si comincerà dal testo del Versetto al Vangelo, commentandolo nelle parti che sono riprese nel Vangelo.
Successivamente si esaminerà e si commenterà il testo del Vangelo in tutte le sue parti.
Quindi si esaminerà e si commenterà la Prima Lettura, o un suo stralcio, nelle parti che approfondiscono la formulazione del messaggio della domenica che si vuole proporre.
Quindi si procederà alla formulazione del testo del messaggio della domenica; in esso confluiranno tutti i commenti di cui sopra, tranne quelli fatti al Vangelo nelle parti che non sono attinenti al messaggio stesso.
Al termine della presentazione dell’elaborato, durante la quale i Partecipanti potranno già interagire, i Partecipanti stessi saranno invitati, con i loro interventi, ad arricchire e approfondire quanto è stato detto, sulla base delle “Tracce per la Risonanza”, qui di seguito riportate.
Al messaggio della domenica in questione, viene dato il nome di "La Buona Notizia della Domenica": al riguardo si mette in evidenza che il termine Vangelo, che deriva dal greco, significa appunto Buona Notizia.
Tracce per la Risonanza
1. Indicazione di quello che mi ha particolarmente colpito.
2. Progressi avvertiti nel mio processo educativo:
a) sono stato informato su qualcosa che non sapevo;b) ho preso coscienza:
· di un mio modo di pensare sbagliato;· di un mio comportamento sbagliato;· di un attaccamento del mio cuore a qualcosa che è peccato.
3. Formulazione di domande:
a) al fine di capire meglio le letture proposte;b) al fine di chiarire alcuni aspetti della fede, in particolare quelli richiamati dalle letture stesse.
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