“Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo …”
Riflessioni Varie sulla Parola
“Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo …”
Sul Vangelo di Luca (Lc 2,1-14)
25 Dicembre 2015 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
Questa è il giorno più santo di tutto l’anno, il giorno illuminato dalla Luce di Dio.
Il profeta Isaia chiarisce in modo meraviglioso il concetto attraverso queste parole: ”Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa, una luce rifulse”.
Questa è la nuova luce di chi si è convertito al Signore, è quella luce che assume il viso di chi ha cambiato il suo modo di vedere o giudicare le persone e le cose.
Chi porta Dio dentro di sé anche nei suoi occhi s’intravede la luce e la pace.
Il volto di chi porta il Signore, infatti, non è scuro, cupo, sospettoso, violento ma pacifico, mite e raggiante.
Guardate il volto di una madre incinta, esso è luminoso, radioso perché dentro di sé porta una nuova vita, non pensa altro che a lui, a come farlo stare bene dentro di sé a non ferirlo a non esporlo a rischi o pericoli. Ella conosce perfettamente ciò che fa bene a entrambi da ciò che fa male.
Anche chi vuole bene alla mamma, fa di tutto per preservarla da ogni minaccia che possa farle perdere il bambino.
Allo stesso modo dovremmo fare con la nostra fede in Gesù Cristo.
Fare di tutto per non perdere l’amore, Gesù Cristo, fare di tutto per Suo amore, anche ciò che costa tanto, come il perdonare le offese ricevute.
Desiderare di non perdere Gesù Cristo dalla propria vita e da quella dei fratelli è il vero Natale del Cristiano, respingere e licenziare gli “abortisti” della fede in Gesù.
Obiettare l’odio che uccide, l’invidia che corrode, la gelosia che distrugge.
Chi dice di conoscere Dio e non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo.
Chi invece ha conosciuto Dio, la Sua Misericordia perché gli ha portato pace, luce e vita attraverso la conversione lo annunciano agli altri, con lo stesso fervore dei pastori di Betlemme.
Se portiamo pace nelle nostre case, nel paese, nei luoghi in cui ci spostiamo e operiamo siamo come Gesù, un “principe” della pace.
Mentre siamo indaffarati e ben armati a fare la nostra “guardia” sul nostro “gregge”, come facevano i pastori di Betlemme, ossia sulle persone, cose, relazioni e affetti, Dio nasce, e, ci comunica la liberazione dalle nostre schiavitù attraverso un angelo, un messaggero che, chissà quante volte abbiamo incontrato sul nostro cammino.
Le prime parole pronunciate dall’angelo sono: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”.
La gioia che annuncia l’angelo non è per pochi, per una sola elite di gruppetti, ma per tutto il popolo.
Cristo è la gioia annunciata per tutti.
Dio realizza la condivisione della vera gioia e non l’accaparramento di una finta gioia.
Per trasmetterci la gioia, Dio, in Gesù di Nazareth si è incarnato, ha vissuto il rifiuto di un alloggio, ha sopportato il disagio delle doglie del parto, si è messo in fila per essere registrato, ha osservato le leggi degli uomini, ha pregato, ha pianto dinanzi ala dolore umano, si è umiliato sul legno di una croce e infine ha perdonato.
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