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“Se ti ascolterà avrai guadagnato tuo fratello"

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


“Se ti ascolterà avrai guadagnato tuo fratello”

Sul Vangelo di Matteo (Mt 16,15-20)

7 Settembre 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte


La liturgia di questa domenica ci invita a verificarci sulla correzione fraterna.

Lo stile di Gesù che è presentato in questa pagina evangelica deve aiutarci a imitarlo: la vigilanza, l’incontro, l’ascolto, la pazienza e la gradualità, ma soprattutto il perdono. Una serie di comportamenti semplici e concreti che ci aiutano a crescere nella comunione e a risolvere incresciose situazioni che posso sorgere nelle relazioni tra di noi.

Qualunque sia lo sbaglio, il peccato commesso da un membro della nostra comunità, questi è e rimane nostro fratello. Andare verso di lui, avvicinarlo con sentimenti di pace e misericordia è la prima condizione per ricucire quello strappo che ha sciupato il rapporto. Tutti possiamo sbagliare.

Ciò che ci autorizza a metterci in cammino verso la vita dell’altro non sono tanto le verità che crediamo di avere, le ragioni che ci portiamo dentro o la certezza di possedere cose importanti o buone da dare, quanto la parola: “Fratello”.

Nella prima lettura tratta dal libro del profeta Ezechiele, il Signore ci ricorda che ognuno di noi è custode, “sentinella” del proprio fratello. San Gregorio Magno nelle sue Omelie su Ezechiele, diceva che quando il Signore manda uno a predicare, lo chiama col nome di sentinella.  Corregge e guida più l’esempio di una santità di vita che tante parole.

Noi siamo responsabili della salute spirituale dei fratelli perché loro custodi che il Signore ci affida. I genitori, i padrini, le madrine, i catechisti e tutti quelli che a vario titolo operano all’interno di ogni comunità hanno dei doveri cristiani ben precisi: portare i fratelli a lasciarsi riconciliare con Dio. Ogni fratello, infatti, è una ricchezza per te e per la comunità.

Non è allontanando un fratello o disinteressandoci di lui che salviamo la comunità, anzi, l’impoveriamo senza il suo contributo e, così facendo, salviamo solo la nostra pace, le nostre sicurezze e le nostre apparenze. Certo, la nostra responsabilità è fondamentale, tuttavia essa, si arresta davanti alla libera scelta del fratello di restare fuori dalla comunione con la Comunità.

Noi non ci salviamo da soli, ma ci salviamo insieme. Come il nostro corpo non sta bene quando un membro è malato, allo stesso modo una comunità non può dirsi sana quando un figlio si allontana da essa.

Mettersi in cammino pur di guadagnare l’uomo è la logica di Dio che si mette sulle nostre tracce e, nella Parola del Figlio si fa ascoltare.


Gesù è l’uomo del vangelo che non si arrende, ma continuamente ci cerca, prova e riprova ad avvicinarci. Egli, tenta ogni strada per salvarci attraverso la Sua Parola, la vita e l’esempio di “testimoni”, di uomini santi, ma soprattutto attraverso la potente preghiera d’intercessione della Chiesa, cioè di tutti noi che siamo il Suo Corpo. La nostra preghiera è la stessa preghiera di Cristo, il nostro “dire” davanti al Padre in seno alla comunità.  Perché laddove siamo riuniti nel Suo nome Lui, è in mezzo a noi.

Gesù ci custodisce nella fede e nella fedeltà attraverso la sua preghiera: «Io prego per loro […] per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi» (Gv 17,9). «Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto» (Gv 17, 6).

L’orgoglio può esserci di ostacolo nel compiere questo viaggio del perdono e della riconciliazione. Pertanto è indispensabile pregare molto affinché alla divisione esterna nella comunità non si aggiunga una peggiore divisione, quella interna, dell’odio, che rende più difficile il ravvedimento, la comunione e la pace tra di noi.

Sforziamoci in questa settimana a fare il primo passo verso il fratello che ha qualche risentimento nei nostri confronti e invochiamo lo Spirito Santo perché ispiri le nostre parole da dire, in modo da riportarlo nella Chiesa e insieme lodare e benedire il Signore. Facendo così  avremo guadagnato un fratello.

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