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Vegliate

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


Vegliate

Sul Vangelo di Marco (Mc 13,33-37)

30 Novembre 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte


Il Vangelo di questa domenica ci presenta la promessa di una grande gioia: la venuta imminente del Signore. L’Avvento è questo tempo che ci apre a questa gioia, a questo stupore. La sorpresa di Dio è di prepararci all’incontro con il Figlio Gesù attraverso la Sua Parola.

Quando Gesù arriva nella nostra vita, non viene per rubarci nulla, ma per portarci la salvezza. Egli toglie tutto ciò che ci impoverisce: il peccato. Il Suo passaggio lascia la vera ricchezza: la grazia il perdono e la pace.

L’Avvento è il tempo dell’attenzione e della veglia del cristiano autentico, dell’uomo della speranza che ha riposto la sua fiducia in Colui che viene, perché ha capito che solo Lui ha il potere di cambiare la sua vita in meglio, di risvegliarla dal torpore della noia e di apportare significato alla sua esistenza.

Il papà e la mamma quando dicono ai propri figli: "Fate attenzione", non vogliono mica terrorizzarli o farli vivere di paure, ma usano la loro esperienza di vita per aiutarli a crescere. Sicché possiamo dire che l’uomo che vive continuamente di preghiera, che ha fatto un cammino serio di conversione sa riconoscere e interpretare i segni dell’arrivo di Cristo e aiuta gli altri a maturare nella fede.

Nel Vangelo di oggi Gesù si paragona a un padrone che prima di partire lascia la sua casa ai servi. A essi consegna potere e compiti. Al portiere da un ordine perentorio, quello di vegliare sulla casa.

Questa casa è la nostra vita, la nostra comunità, la nostra famiglia, il nostro lavoro, la nostra condotta, ma soprattutto la chiesa. I poteri che Gesù affida ai servi non sono poteri di comando, di supremazia o di lotta ma "poteri sacramentali", come quelli della vita, del perdono, della corresponsabilità, onestà e solidarietà.

Ogni uomo è "portiere" di suo fratello. Egli veglia, vigila in modo discreto sull’abitazione" materiale e spirituale dei propri cari che gli sono stati affidati in custodia. Fa attenzione alle loro parole, ai loro silenzi, alle loro domande mute e alle offerte di amore. Questo è il nostro "potere" e compito: custodire il fratello, fino alla venuta di Cristo, avere a cuore il suo bene, ognuno nel suo ruolo specifico all’interno della comunità.


L’addormentarsi, sul lavoro e su compiti che ci sono stati affidati, apre al maligno la scorciatoia per infiltrarsi nella nostra abitazione e di derubarci di tutto quello che il Signore ci ha dato in custodia.

Ogni cristiano, pertanto, ha una responsabilità. Una visita, una parola detta al momento e nel luogo giusto possono cambiare la vita di un fratello, aiutarlo a crescere e a prepararsi all’incontro con il Signore. Al contrario le sue omissioni o il suo"dormire" su cose e fatti importanti che riguardano la vita fisica e spirituale del fratello possono ritardargli o dirittura rubargli per sempre quest’appuntamento con il Signore.


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