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Il Regno dei Cieli é simile...

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


Il Regno dei Cieli é simile...

Sul Vangelo di Matteo (Mt 13,24-43)

20 Luglio 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte

La Parola che abbiamo ascoltato ci aiuta a prendere consapevolezza su cos’è il Regno dei cieli. Il regno dei cieli è Gesù, la Sua Parola. Con tre parabole diverse Gesù ci mostra quanta ricchezza, quanto bene può ricevere la nostra vita attraverso la Sua Parola accolta e custodita, come la terra che riceve un seme buono.  La Parola del Signore, da sola, è capace di produrre un profondo cambiamento interiore: essa ci porta la vita, come fa il seme che genera una nuova vita, la spiga; riparo, come fa l’albero con i suoi rami che offre rifugio agli uccelli; forza, come fa il lievito che accresce la massa di farina.

Nella Prima parabola Gesù si paragona a un uomo che semina nella luce del giorno nel campo della nostra umanità seme buono. San Paolo farà l’elenco dei frutti buoni dello Spirito Santo: «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, mitezza, dominio di sé» (Galati 5, 16-19).  L’opera di Cristo è contrastata dal suo nemico, il diavolo, che di notte semina zizzania, seme cattivo.
Per capire questo primo aspetto, ci può essere di aiuto un passo del Vangelo che dice: «Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio» (Gv 3,20-21).

Da questo primo racconto, emergono la bontà, la pazienza, la misericordia di Dio per noi. Attraverso la Parola del Figlio, Dio, suscita i santi e rinnova instancabilmente l’umanità, fecondandola di nuovi germogli di vita, speranza. Emerge, pure l’astuzia, la cattiveria del diavolo. Egli semina nel buio della notte, indisturbato quando tutti dormono.  Il dormire, il non vegliare sulla nostra condotta spirituale permette al diavolo di lavorare in ciascuno di noi, di seminare nel nostro “campo” i semi cattivi del suo cuore.

San Paolo farà l’elenco: «Son ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere» (Galati 5,18-21). Tutte queste cose, Gesù, le chiama iniquità e scandali.  Nell’orto degli ulivi Gesù dirà agli Apostoli: «Vegliate e pregate per non entrare in tentazione» (Mc 14,38). Dio fa nascere santi dal cuore del figlio, il diavolo fa nascere demoni. L’Evangelista Matteo annota un particolare: «il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano». Lo stare in “mezzo” è la posizione agognata dal maligno dentro la nostra vita, dentro la nostra casa e perfino nella Chiesa. Gesù da risorto si metterà in mezzo agli Apostoli come la porta dell’ovile dalla quale uscire ed entrare per trovare salvezza. «Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo» (Gv 20,19).

Questa è la posizione che dobbiamo dare a Dio nella nostra vita: stare in mezzo a noi per non essere sopraffatti, soffocati dal maligno e per camminare sicuri. «Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino» (Lc 4,30). Avere Cristo nel mezzo significa avere la forza, la pazienza di convivere con chi opera il male senza avere a che fare con esso. Gesù è stato il seme buono che ha convissuto con gente cattiva del suo tempo. Gesù mostrerà sempre la pazienza e la misericordia di Dio nei confronti di questa gente, come il padrone della parabola che fa desistere i servi dal tentativo di sradicare la zizzania. Non accolto dai samaritani, Giacomo e Giovanni, un giorno dissero a Gesù: «vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li distrugga» (Lc 9, 54). Gesù li sgridò severamente con queste parole: «non sapete di che Spirito siete: Il figlio dell’uomo non venne a perdere le vite degli uomini, ma a salvarle» (Lc 9, 55). Noi abbiamo questo seme buono: lo Spirito Santo che ci fa agire allo stesso modo di Cristo.

Nella seconda parabola Gesù si paragona a un piccolissimo granello di senapa per farci capire come tutta la nostra vita deve ruotare non sulle nostre forze, capacità, titoli e ruoli, quanto invece sul bisogno di aggrapparci unicamente a Lui.

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