24 Luglio 2009
Riflessione sul Vangelo del Giorno
24 Luglio 2009 - Venerdì della XVI Settimana
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,18-23)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore.
Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.
Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno.
Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.
Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Riflessione su Mt 13,18-23
di Sac. Tommaso Boca
Il brano del Vangelo odierno é la spiegazione di una parabola. In genere la parabola non ha bisogno di essere spiegata, essa è capace da se stessa di comunicare il messaggio di colui che la proferisce. La spiegazione possiamo intenderla come un approfondimento, nel nostro caso come una catechesi che segue la predicazione.
Questa parabola parla di un contadino, che seminando il suo campo, fa cadere una parte del seme sulla strada, un’altra sul terreno sassoso, un’altra parte vicino alle spine e un’ultima parte sul terreno. Il seminatore è il predicatore, il seme è la Parola di Dio, il terreno nelle sue varie tipologie indica gli ascoltatori.
Riguardo al seme caduto sulla strada, nella spiegazione si dice che tali persone hanno ascoltato la parola, dunque hanno capito il messaggio perché la grazia di Dio li chiamava alla salvezza, ma hanno rifiutato, perciò si dice di loro che il maligno ha rubato, quanto è stato seminato nel loro cuore.
Riguardo al seme caduto sul terreno sassoso, le persone interessate sono coloro che iniziano a vivere cristianamente, ma quando si tratta di essere fedeli al Signore e alla sua Parola, nonostante le tribolazioni, ad esempio difficoltà economiche e persecuzioni, ad esempio derisioni e minacce, tali persone desistono dal loro proposito, abbandonano la fede e le sue esigenze.
Il seme caduto vicino alle siepi indica le persone che iniziano anch’esse la vita cristiana, ma poi si lasciano distrarre dagli impegni della vita, tralasciando ciò che è più essenziale, oppure si lasciano attrarre da ciò che nell’immediato sembra più piacevole, dimenticando il Signore e la sua salvezza, non solo quella futura perché la salvezza comincia nell’immediato della vita terrena.
Il terreno buono indica le persone che accolgono la Parola e vivono costantemente nella fedeltà ad essa e producono frutti di salvezza, in percentuali diverse, quando il cento, quando il sessanta, quando il trenta. La percentuale, il grado di salvezza o di santità, dipende da una parte dalla misura del dono di Dio, dall’altra dalla corrispondenza a questo dono.
Termino col ricordare che quanti cerchiamo di vivere cristianamente siamo tutti esposti alla tentazione di cui al seme caduto sul terreno sassoso e al seme caduto vicino alle spine. Al riguardo nell’Antico Testamento troviamo una preghiera di questo tenore: “Signore non privarmi di ogni bene perché non abbia a parlare male di te, ma neppure dammeli in abbondanza, perché non abbia a dimenticarti”. E nel Nuovo testamento, Gesù stesso ci dice di pregare sempre per non cadere in tentazione perche lo spirito è forte ma la carne è debole (cfr. Mt 26,41).
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