Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito
Riflessioni Varie sulla Parola
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito
Sul Vangelo di Giovanni (Gv 3,16-18)
15 giugno 2014 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
Oggi la Chiesa celebra la Solennità della Santissima Trinità: Padre e Figlio e Spirito Santo. Fin da bambini ci hanno insegnato a credere in un solo Dio che ha una sola natura ed è distinto in tre Persone. Con il segno della croce, noi professiamo questa fede, esprimiamo la nostra appartenenza, ed eleviamo le nostre lodi di ringraziamento alla Santissima Trinità. Quanto è profondo il significato racchiuso in questo gesto! Basterebbe fare bene il segno della croce per pregare e chiedere la benedizione di Dio per tutte le nostre azioni della giornata.
Il brano del Vangelo di oggi è la prosecuzione del dialogo tra Gesù e Nicodemo. Nicodemo, uno dei capi dei Giudei, discepolo di Gesù di nascosto, per timore dei Giudei, incontra il Maestro di notte. Inizia tra i due un dialogo molto intenso a livello spirituale, interrotto diverse volte da interrogativi e incomprensioni da parte di Nicodemo, sul significato di rinascita dall’acqua e dallo spirito che Gesù propone. Una notte spirituale e santa sono quelle di Nicodemo: la notte spirituale di ognuno di noi in ricerca di Dio. Il dialogo tra Nicodemo e Gesù è il nostro dialogo con il Signore, a volte interrotto dalle nostre incomprensioni, da nostri tanti perché. Nicodemo ci rappresenta tutti. Egli è l’uomo che vuole capire, che s’interroga, non si lascia impressionare. Gesù risponde a Nicodemo e a tutti i nostri interrogativi con la seguente affermazione: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito».
In questa espressione è racchiuso il mistero Trinitario. Dio ha amato il mondo. Come l’ha amato? Anzitutto creandoci dal nulla. Nella Genesi si legge: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen. 1, 31). Per salvarci, poi, dalla morte e dal peccato commesso da Adamo ed Eva, ha dato Suo Figlio. Come l’ha donato? L’ha donato nell’incarnazione del Verbo nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo.
Dio continua ad amarci, a donarsi nel Figlio: Lui è il nostro più grande amore di Dio. Dio ci ha amato fino alla follia in Gesù sulla croce. Questa è la verità personale di Dio per me. Chi ama non trattiene nulla per sé, dona il meglio che possiede agli altri. Dio ha fatto tutto questo nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo. La Chiesa, la famiglia è il luogo privilegiato dove è possibile attingere e incontrare l’amore Trinitario di Dio, ma soprattutto nell’uomo.
Dio non è un solitario ma comunione di persone. Non agisce nella storia e nella vita dell’uomo individualmente ma nella comunione delle Tre Persone Divine. L’uomo porta impresso il "volto" Trinitario di Dio. Nel libro della genesi si legge: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza» (Gen. 1,26).
Giovanni, infine, mette sulla bocca di Gesù un’altra espressione ricca di significato: «Chi crede in lui non è condannato». Il Signore non è venuto per condannarci ma per donarci la salvezza.
Credere in Gesù, significa assumere il Vangelo, la sua Parola "come" codice di verità per vivere le relazioni fraterne nell’amore, nella giustizia e nella carità. Gesù è venuto per insegnarci lo stesso amore del Padre, per salvare il mondo dal disamore. Siamo noi che possiamo "condannarci" al disamore con scelte di vita sbagliate, che ci allontanano dalla comunione con il Signore. Queste scelte sbagliate sono tutte quelle che ci disumanizzano e tradiscono l’amore di Dio.
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