“La Parola di Dio venne su Giovanni”
Riflessioni Varie sulla Parola
“La Parola di Dio venne su Giovanni”
Sul Vangelo di Luca (Lc 3,1-6)
6 Dicembre 2015 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
Oggi, seconda domenica del tempo di Avvento, il vangelo, dopo una lunga lista di nomi di personaggi famosi che ricoprivano al tempo di Gesù, cariche importantissime sia a livello istituzionale che religioso, pone l’accento su un particolare molto interessante: “La Parola di Dio venne su Giovanni”.
La visita più importante che un uomo possa ricevere soprattutto è quella del Signore.
Nel vangelo si legge: “ La Parola di Dio venne su Giovanni”.
La Parola “si” posò, si impiantò su Giovanni.
Sicché, Giovanni è l’uomo abitato, governato dalla Parola del Signore.
“Lo spirito del Signore è sopra di me” (Isaia 61,1).
Se Pilato, Erode, Filippo e Lisana erano governatori e tetrarchi di Città, Giovanni, si può definire orgogliosamente il precursore del vero “tetrarca” e “governatore” su tutti noi: la Parola di Dio.
Giovanni si è lasciato dirigere e guidare dalla Parola di Dio e l’ha fedelmente annunciata e proclamata agli altri con autorità.
La Parola di Dio per “venire” ha bisogno di silenzio, di solitudine, di deserto appunto.
“La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Osea 2,16).
Infatti, nel vangelo, si legge che la parola di Dio venne su Giovanni nel deserto.
Chi vive una vita disordinata, rumorosa e corrotta a causa del peccato, difficilmente potrà mettersi in attesa della venuta del Signore.
Dio scarta gli uomini ricchi di potere, di parole e di superbia per venire su uomini potenti di silenzio.
Nella prima lettura tratta dal libro del profeta Abacuc, l'uomo di Dio ci invita a indossare gli abiti di Dio, il manto della giustizia e il diadema della gloria.
Chi abbandona il peccato per indossare l’abito della grazia e della conversione si spoglia della tristezza, del grigiore, del senso di solitudine.
Anche il suo volto assume un nuovo colorito, uno splendore che proviene da Dio.
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