“Sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità …”
Riflessioni Varie sulla Parola
“Sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità …”
Sul Vangelo di Matteo (Mt 22,1-14)
19 Ottobre 2014 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
Nel Vangelo di oggi si legge che i farisei mandano i loro discepoli da Gesù per coglierlo in errore nei suoi discorsi. Quanta tristezza suscita la doppiezza di questi giovani ammaliziati dai loro maestri. Tuttavia, nelle parole utilizzate, senza volerlo attestano, una verità inconfutabile su Gesù: “Sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità”. Gesù è il vero maestro!
Quanto è bello avvicinarsi al Signore come fanno i bambini, senza malizia, con semplicità, con il desiderio profondo di conoscerlo, amarlo nell’unità del cuore e della mente. Lui ha una verità profonda da comunicarci: Dio è amore, misericordia e verità.
Quando si è uomini amabili, misericordiosi e veritieri come Gesù, tutti ci apprezzano, tutti lo avvertono, acquistiamo un valore agli occhi dei fratelli, motivo per il quale ci avvicinano, ci chiedono l’amicizia perché si sentono di stare bene con noi. Gesù quando vide Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità» (Gv 1, 45-51).
Noi non siamo merce di scambio come il denaro, ma siamo persone aventi un’altissima dignità, quella di figli di Dio. Possediamo un valore più grande di qualunque moneta, cioè la vita, un valore inestimabile, non negoziabile. Pertanto, non si gioca con la vita, con i sentimenti degli altri come si lancia una moneta, testa o croce. Di monete false ne circolano già abbastanza.
Sul volto di ogni fratello noi scorgiamo i tratti di Cristo, perché abbiamo impresso l’immagine di Dio e portiamo il sigillo dello Spirito Santo. Nel salmo ventisei è racchiusa una bellissima espressione che riassume quanto detto: «Il tuo volto cerco Signore non nascondermi il tuo volto».
Cosa ci vuole comunicare Gesù con quella risposta data ai giovani discepoli: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio?» Ci vuole comunicare che come cittadini e come cristiani abbiamo delle responsabilità cui non possiamo tirarci indietro.
Come cittadini abbiamo degli obblighi e dei doveri specifici da assolvere nei confronti della comunità che interpellano la nostra responsabilità. Siamo chiamati a rispondere su ogni atto di legalità e giustizia sociale. Allora ci si chiede: Stiamo contribuendo alla crescita umana, culturale e spirituale della comunità e allo sviluppo del bene comune? Paghiamo le tasse o le evadiamo? Rispettiamo le norme elementari per la sicurezza stradale e per la convivenza pacifica nei condomini?
Come cristiani, invece, ognuno nel proprio stato di vita, ha il dovere di presentare a Dio il resoconto della giornata e di un’intera vita. Come credente devo domandarmi: ho pregato oggi, ringraziato e benedetto il Signore? Ho aiutato, amato i fratelli facendo loro del bene? Ho perdonato? Ho promosso e difeso la vita dal suo nascere al suo morire? L’esame di coscienza ci aiuta nel fare questo.
Gesù condanna l’ipocrisia e insegna che il tempo c’è donato non per sciuparlo, ma a viverlo all’insegna della giustizia, della rettitudine e dell’autenticità nelle relazioni con Dio e con i fratelli.
In una moneta possono essere impresse la storia, i volti, le gesta clamorose, i titoli di uomini illustri di un passato oramai senza vita, ma nell’uomo vivente continua, invece, il presente, l’oggi di Dio che non tramonta mai, perché tutto ciò che si fa a un fratello si fa a Dio.
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