21 Luglio 2009
Riflessione sul Vangelo del Giorno
21 Luglio 2009 - Martedì della XVI Settimana
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Riflessione su Mt 12,46-50
di Sac. Tommaso Boca
A coloro che lo informano che la madre e i suoi fratelli, cioè i suoi cugini, vogliono parlargli, Gesù risponde che padre, madre e fratelli suoi, sono coloro che fanno la volontà di Dio. Ma Gesù non vuole fare torto a coloro che lo stanno cercando.
Certamente Gesù non vuole fare nessun torto alla Madonna, perché sappiamo che la Madonna è la tutta santa che non ha mai conosciuto il peccato, che ha sempre meditato la parola del Signore, per essere sempre disponibile alla volontà di Dio, sempre pronta a riconoscersi l’umile ancella del Signore.
Quello che Gesù, invece vuole insegnare, dunque anche a noi, è che la parentela con lui non si basa sulla carne, o su cose simili, invece si basa su un altro denominatore comune: quello di fare la volontà di Dio. Perciò, per essere fratelli o familiari di Gesù, dunque per essere salvi, non basta a noi cristiani il fatto di essere battezzati, o il fatto di andare a Messa la domenica, o di avere alcune devozioni verso i Santi, è necessario invece fare in tutti i campi la volontà di Dio. “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21).
Fare la volontà di Dio, significa osservare i suoi comandamenti, dunque significa innanzi tutto impegnarsi a conoscerli i comandamenti e siccome Dio ci parla in tutta la Bibbia, in tutto il comportamento di Gesù, in tutto l’approfondimento della Chiesa, dobbiamo restare sempre umili quanto alla pretesa di sapere tutto e dobbiamo essere coscienti di essere sempre dei discepoli.
Inoltre attraverso le sue vie, ad esempio attraverso la meditazione, i segni nella nostra storia personale o, ancora, attraverso la guida di coloro che ci sono preposti, il Signore ci fa capire cosa si aspetta da noi e dunque quale è la via della nostra realizzazione e della nostra felicità.
Fare la volontà di Dio non è semplicemente non fare il male, invece è fare il bene, ma non un bene qualunque, ma quello che Dio si aspetta da noi. E rispetto a questo bene che Dio si aspetta da noi, noi non dobbiamo farne di meno, ma neanche di più. Noi dovremmo fare tutto e soltanto quello che Dio si aspetta da noi.
È difficile essere perfetti e il Signore lo sa. In effetti, escluso Gesù e la Madonna, neanche i più grandi santi hanno raggiunto il grado di santità che avevano ricevuto come dono, sono rimasti al di sotto, però noi dobbiamo tendere con tutte le nostre forze a osservare il comandamento di Gesù: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48).
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