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La Buona Notizia della Domenica - 16 Aprile 2023

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La Buona Notizia della Domenica
16 Aprile 2023 - II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia - Anno A
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Catechesi sulla Parola della Domenica,
preceduta da un
Insegnamento sull'Associazione Laicale Nicodemini che si vuole costituire,

a cura del sacerdote Tommaso Boca.


Qui sopra potete vedere e ascoltare la video-riunione settimanale degli Aspiranti alla costituzione dell'Associazione Ecclesiale della Famiglia Missionaria San Nicodemo.
Tali riunioni hanno lo scopo, da una parte, di conoscere e di confrontarsi con il Progetto Statutario dell'Associazione stessa, e dall'altra hanno lo scopo di approfondire la conoscenza della vita cristiana attraverso la riflessione sulla Liturgia derlla Parola relativa alla domenica sucessiva alla data della riunione.
Tale riflessione prende il nome di "La Buona Notizia della Domenica": ci si vuole riferire all'aspetto specifico della vita cristiana che, in ciascuna domenica, la Santa Chiesa propone all’ascolto e alla riflessione dei fedeli attraverso la scelta appropriata di brani della Sacra Scrittura.
La riflessione viene guidata dal sacerdote Tommaso Boca e viene realizzata con l'apporto dialogante di tutti i Partecipanti.
Qui di seguito vengono riportati i testi in base ai quali la riflessione stessa è stata realizzata. Essi sono seguiti da una introduzione che spiega come si è addivenuti all'individuazione e alla formulazione de "La Buona Notizia della Domenica".

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DOMENICA 16 APRILE 2023
II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA – ANNO A

LA BUONA NOTIZIA DELLA DOMENICA
                                                                                 

1. La BASE DEL MESSAGGIO, NEL VERSETTO AL VANGELO

 
Giovanni 20, 29
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Il Versetto al Vangelo, questa domenica, viene preso dal brano del Vangelo che lo segue.
L’affermazione in esso riportata mostra che il cammino di verità e di amore nell’apostolo Tommaso non è abbastanza sviluppato e, dunque, ha bisogno di segni più sostanziosi affinché egli possa credere.
Al riguardo, viene affermato da parte di alcuni studiosi che la Madonna ha creduto nella Resurrezione del Figlio ancor prima di vederlo. Evidentemente le erano bastate le parole del suo stesso Figlio, il quale nel Vangelo più volte afferma che egli doveva morire e risorgere il terzo giorno.
Quanto ai segni necessari per credere, ella ne aveva visti tanti, realizzati dal suo Figlio. Ella ha tanta fiducia in Gesù al punto che, nelle nozze di Cana, è lei stessa che chiede al Figlio di intervenire a favore della coppia di sposi rimasti senza vino: in quell’occasione Gesù trasforma l’acqua in vino.

2. LO SVILUPPO DEL MESSAGGIO NEL VANGELO
(Giovanni 20, 19-31)

La manifestazione di Gesù Risorto ai discepoli riuniti in casa.
Giovanni 20, 19-20
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Notiamo in questo brano lo sconforto e la paura che attanagliai discepoli di Gesù, di seguito alla sua morte in croce.
Notiamo, inoltre, la manifestazione della trasfigurazione del corpo di Gesù Risorto e dei segni che testimoniano l’identificazione del Risorto con il Gesù terreno.
Notiamo, infine, il riconoscimento di Gesù Risorto da parte dei discepoli e la loro gioia che ne consegue.

Invio dei Discepoli e Istituzione del Sacramento della Confessione.
Giovanni 20, 21-23
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Gesù invia i suoi discepoli: in effetti, apostolo etimologicamente significa inviato, rappresentante.
Il perdono dei peccati avviene nel nome di Gesù, attraverso un uomo che agisce per suo conto. La salvezza viene realizzata da un uomo e viene conferita attraverso un uomo.

L’incredulità di Tommaso
Giovanni 20, 24-25
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Tommaso vuole vedere i segni, non ha fiducia in quello che riferiscono i suoi confratelli nell’apostolato. Anche egli vuole vedere i segni che Gesù stesso aveva mostrato agli altri apostoli, al fine di dimostrare la sua continuità e identificazione con il Gesù terreno.
Questa affermazione, tuttavia, mostra anche che il suo cammino di verità e di amore non è abbastanza sviluppato e, dunque, ha bisogno di segni più sostanziosi affinché egli possa credere.

La fede di Tommaso
Giovanni 20, 26-29
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Il riconoscimento di Gesù Risorto da parte di Tommaso, così come degli altri discepoli, avviene nella fede.
Tommaso esplicita il contenuto della fede in Cristo: questi viene riconosciuto come Signore oltre che come Dio: l’uomo Gesù ha ricevuto un nome che è al di sopra di ogni altro nome (Cfr. Filippesi 2,9-11).

La fede ottiene la salvezza.
Giovanni 20, 30-31
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
I segni lasciati da Gesù e testimoniati dai discepoli, sono sufficienti per poter credere.
La fede ottiene la partecipazione alla vita del Cristo Risorto. La fede comporta il riconoscimento di Gesù come Messia, cioè come Re Salvatore, e come Dio.

3. L’ARRICCHIMENTO DELLA PRIMA LETTURA (Stralcio)
Atti degli Apostoli 2, 46-47
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
La fede è un dono. E la fede porta ad una vita di salvezza nella comunione con Dio e nella comunione tra gli uomini, che vengono a così a godere, non solo dell’aiuto e dell’amore di Dio, ma anche dell’aiuto e dell’amore reciproco.

4. LA FORMULAZIONE DEL MESSAGGIO
La fede consiste nel seguire le indicazioni di Dio che si rivela.
La presenza di un Dio santo e onnipotente, nella realtà in cui viviamo, può essere conosciuta anche attraverso la ragione ma può essere conosciuta con maggiore sicurezza e con un maggiore approfondimento attraverso la Rivelazione.
“La santa Chiesa, nostra madre, sostiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza con il lume naturale della ragione umana partendo dalle cose create”. Senza questa capacità, l'uomo non potrebbe accogliere la Rivelazione di Dio. L'uomo ha questa capacità perché è creato “a immagine di Dio”.
Tuttavia, nelle condizioni storiche in cui si trova, l'uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio con la sola luce della ragione.
Per questo l'uomo ha bisogno di essere illuminato dalla Rivelazione di Dio, non solamente su ciò che supera la sua comprensione, ma anche sulle “verità religiose e morali che, di per sé, non sono inaccessibili alla ragione, affinché nella presente condizione del genere umano possano essere conosciute da tutti senza difficoltà, con ferma certezza e senza mescolanza d'errore” (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica 36-38).
La fede è la risposta di obbedienza dell’uomo a Dio che parla, opera attraverso la carità, e questa passa attraverso la saggezza e il sacrificio, e porta alla comunione alla comunione con Dio, e, in questa comunione alla comunione tra gli uomini.
La fede è un dono che viene da Dio, si poggia sulla ragione ed ha bisogno di segni. Al riguardo del dono, si afferma che la salvezza universale meritata oggettivamente da Cristo per tutti gli uomini, almeno una volta nella loro vita deve essere offerta soggettivamente ad ogni uomo. Ciò significa che il dono della fede può anche essere rifiutato.
 
 

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INTRODUZIONE A
“IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA”
 
Il Vangelo della domenica viene scelto dalla Santa Chiesa per proporre all’ascolto e alla riflessione dei fedeli un aspetto specifico del messaggio cristiano.
Questo aspetto viene focalizzato attraverso il Versetto al Vangelo nelle parti relazionate al Vangelo, viene sviluppato nel Vangelo e viene approfondito nella Prima Lettura.
Ne risulta che il Versetto al Vangelo è la chiave di lettura e la cerniera del Vangelo e della Prima Lettura.

Un arricchimento del messaggio si potrebbe ricavare dall’analisi del Salmo responsoriale, che viene scelto dalla Santa Chiesa per descrivere la risposta appropriata dell’uomo a Dio che parla attraverso la Prima Lettura.
E un ulteriore arricchimento si potrebbe ricavare dall’analisi della Seconda Lettura, la quale, talvolta, viene scelta dalla Santa Chiesa proprio perché rispecchia il messaggio specifico che vuole proporre ai fedeli; ma anche quando non ci fosse questo stretto legame, ci sarebbe comunque un arricchimento, poiché il significato di un’affermazione biblica – sempre – si comprende meglio alla luce delle altre.

Tuttavia, nell’elaborazione di tale messaggio, almeno in modo esplicito, si farà riferimento solo alla Prima Lettura, al Versetto al Vangelo e al Vangelo.

Più precisamente, per realizzare l’elaborato saranno presi in esame i testi integrali del Versetto al Vangelo e del Vangelo nonché il testo integrale o parziale della Prima Lettura: i testi del Versetto al Vangelo e della Prima Lettura saranno commentati nelle parti che sono in relazione all’aspetto specifico del messaggio della domenica, mentre il Vangelo sarà commentato in tutte le sue parti.

Pertanto, nella realizzazione del messaggio della domenica si procederà nel modo seguente.
Si comincerà dal testo del Versetto al Vangelo, commentandolo nelle parti che sono riprese nel Vangelo.
Successivamente si esaminerà e si commenterà il testo del Vangelo in tutte le sue parti.
Quindi si esaminerà e si commenterà la Prima Lettura, o un suo stralcio, nelle parti che approfondiscono la formulazione del messaggio della domenica che si vuole proporre.
Quindi si procederà alla formulazione del testo del messaggio della domenica; in esso confluiranno tutti i commenti di cui sopra, tranne quelli fatti al Vangelo nelle parti che non sono attinenti al messaggio stesso.

Al termine della presentazione dell’elaborato, durante la quale i Partecipanti potranno già interagire, i Partecipanti stessi saranno invitati, con i loro interventi, ad arricchire e approfondire quanto è stato detto, sulla base delle “Tracce per la Risonanza”, qui di seguito riportate.

Al messaggio della domenica in questione, viene dato il nome di "La Buona Notizia della Domenica": al riguardo si mette in evidenza che il termine Vangelo, che deriva dal greco, significa appunto Buona Notizia.

 
Tracce per la Risonanza
 
1.   Indicazione di quello che mi ha particolarmente colpito.
2.   Progressi avvertiti nel mio processo educativo:
a) sono stato informato su qualcosa che non sapevo;
b) ho preso coscienza:
·   di un mio modo di pensare sbagliato;
·   di un mio comportamento sbagliato;
·   di un attaccamento del mio cuore a qualcosa che è peccato.
3.   Formulazione di domande:
a)  al fine di capire meglio le letture proposte;
b)  al fine di chiarire alcuni aspetti della fede, in particolare quelli richiamati dalle letture stesse.
   

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