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La Buona Notizia della Domenica - 26 Marzo 2023

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La Buona Notizia della Domenica
26 Marzo 2023 - V Domenica di Quaresima - Anno A

Catechesi sul Vangelo della Domenica,
preceduta da un
Insegnamento sull'Associazione laicale Nicodemini che si vuole costituire,
a cura del sacerdote Tommaso Boca.


Qui sopra potete vedere e ascoltare la video-riunione settimanale degli Aspiranti alla costituzione dell'Associazione Ecclesiale della Famiglia Missionaria San Nicodemo.
Tali riunioni hanno lo scopo, da una parte di conoscere e di confrontarsi con il Progetto Statutario dell'Associazione stessa, dall'altra hanno lo scopo di approfondire la conoscenza della vita cristiana attraverso la riflessione sulla Liturgia derlla Parola relativa alla domenica sucessiva alla data della riunione.
Tale riflessione prende il nome di "La Buona Notizia della Domenica": ci si vuole riferire all'aspetto specifico della vita cristiana che, in ciascuna domenica, la Santa Chiesa propone all’ascolto e alla riflessione dei fedeli attraverso la scelta appropriata di brani della Sacra Scrittura.
La riflessione viene guidata dal sacerdote Tommaso Boca e viene realizzata con l'apporto dialogante di tutti i Partecipanti.
Qui di seguito vengono riportati i testi in base ai quali la riflessione stessa è stata realizzata. Essi sono seguiti da una introduzione che spiega come si è addivenuti all'individuazione e alla formulazione de "La Buona Notizia della Domenica".

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DOMENICA 26 Marzo 2023
IV DOMENICA DEL TEMPO di QUARESIMA – ANNO A
IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA

1. LA BASE DEL MESSAGGIO, NEL VERSETTO AL VANGELO

 
Cfr. Giovanni 11, 25a-26
 
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
 
chi crede in me non morirà in eterno.

 
 
Gesù è la resurrezione, egli ha il potere di dare la propria vita e di riprenderla di nuovo e ciò in corrispondenza alla volontà del Padre (Cfr. Giovanni 10,17-19): ricordiamo, in effetti, che Gesù è la Seconda Persona della Santissima Trinità e che il Padre da tutto al Figlio tranne il fatto di essere Padre, e viceversa: tutto ciò che è del Padre è anche del Figlio, e viceversa (Cfr. Giovanni 10,14-15).
 
Gesù, dunque, è la risurrezione e la vita. Egli non solo fa risorgere ma mantiene nella vita. Al riguardo dobbiamo ricordare che, quando andiamo a confessarci, il Signore non ci da un perdono che ristabilisca semplicemente i rapporti interpersonali; invece, proprio in questo evento si ristabilisce la comunione di verità e di amore con Dio, e si partecipa così alla sua vita che è anche il modo pieno di vivere dell’uomo.
 
E perché ciò avvenga è necessaria la fede: è la fede che nel Battesimo ci fa partecipare all’umanità glorificata del Figlio, è la fede che nella Confessione ci ristabilisce in tale comunione nello Spirito Santo, la quale è pegno di vita eterna.



 
 

 
 
 
2. LO SVILUPPO DEL MESSAGGIO NEL VANGELO
 
(Giovanni 11, 3-7.17.20-27.33b-45)

 
 
 
Giovanni 11, 3-7
 
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

 
 
Giovanni 11, 17.20-27
 
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

 
 
Giovanni 11, 33b-37
 
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

 
 
Giovanni 11, 38-44
 
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

 
 
Giovanni 11, 45
 
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.




 
 
 
 
 
3. L’ARRICCHIMENTO DELLA PRIMA LETTURA
 

 
 
Ezechiele 37,12-14
 
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele.
 
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
 
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

 
 
Questo brano del libro del profeta Isaia si riferisce al popolo d’Israele che intorno all’anno 550 a.C. si trova deportato e prigioniero a Babilonia, situata a circa 80 chilometri dall’odierna Bagdad, capitale dell’Iraq.
 
Esso è preceduto dalla visione di una distesa immensa di ossa inaridite che riprendono vita. Il profeta pensa alla restaurazione del popolo di Israele nel suo splendore, ciò che effettivamente avviene da lì a poco tempo col rientro del popolo in Israele e la ricostruzione del tempio.
 
Tuttavia, un principio di interpretazione della rivelazione profetica consiste nel fatto che la portata della profezia ha un orizzonte più ampio della visione del profeta. Per questo motivo la tradizione cristiana vi ha letto anche un preannuncio della risurrezione finale.




 
4. FORMULAZIONE DEL MESSAGGIO

 
 
Gesù resuscita dalla morte dell’anima e del corpo.
 
Gesù nel Battesimo – propriamente quello degli adulti - e poi nella Confessione, ci fa risorgere spiritualmente dalla morte alla vita dell’anima.
 
Il Battesimo e la Confessione vengono indicati come le due tavole della salvezza, cioè le due barche che ci fanno stare a galla nel mare, cioè nelle tempeste della vita.
 
Ma poi, nella circostanza del giudizio universale, ci sarà anche la resurrezione dei corpi. In effetti l’anima è immortale, e questa verità non è solo una verità di fede, ma anche di ragione: i grandi filosofi greci, come Platone e Aristotele, affermano l’immortalità dell’anima.
 
La resurrezione dei corpi viene affermata da Gesù stesso: Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui (Luca 20,37-38).
 
Oggi molto spesso viene messa in discussione la resurrezione dei corpi: ma San Paolo dice che in tal caso neanche Cristo è risorto; dunque, Egli non avrebbe vinto il peccato cui consegue la morte, e dunque vana è la nostra fede (Cfr. 1 Corinzi 15,12-20).
 
Dall’altra parte, viene messo in discussione il peccato e le conseguenze nefaste del peccato, cioè l’offuscamento dell’intelligenza e l’indebolimento della volontà che portano anche al malessere fisico della singola persona e al malessere della vita sociale (Cfr.  Caritas in Veritate, 34): la pace e la felicità della persona dipendono da una vita orientata e sostenuta dalla rivelazione e dalla grazia del Signore.
 
 

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INTRODUZIONE A
“IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA”
 
Il Vangelo della domenica viene scelto dalla Santa Chiesa per proporre all’ascolto e alla riflessione dei fedeli un aspetto specifico del messaggio cristiano.
Questo aspetto viene focalizzato attraverso il Versetto al Vangelo nelle parti relazionate al Vangelo, viene sviluppato nel Vangelo e viene approfondito nella Prima Lettura.
Ne risulta che il Versetto al Vangelo è la chiave di lettura e la cerniera del Vangelo e della Prima Lettura.

Un arricchimento del messaggio si potrebbe ricavare dall’analisi del Salmo responsoriale, che viene scelto dalla Santa Chiesa per descrivere la risposta appropriata dell’uomo a Dio che parla attraverso la Prima Lettura.
E un ulteriore arricchimento si potrebbe ricavare dall’analisi della Seconda Lettura, la quale, talvolta, viene scelta dalla Santa Chiesa proprio perché rispecchia il messaggio specifico che vuole proporre ai fedeli; ma anche quando non ci fosse questo stretto legame, ci sarebbe comunque un arricchimento, poiché il significato di un’affermazione biblica – sempre – si comprende meglio alla luce delle altre.

Tuttavia, nell’elaborazione di tale messaggio, almeno in modo esplicito, si farà riferimento solo alla Prima Lettura, al Versetto al Vangelo e al Vangelo.

Più precisamente, per realizzare l’elaborato saranno presi in esame i testi integrali del Versetto al Vangelo e del Vangelo nonché il testo integrale o parziale della Prima Lettura: i testi del Versetto al Vangelo e della Prima Lettura saranno commentati nelle parti che sono in relazione all’aspetto specifico del messaggio della domenica, mentre il Vangelo sarà commentato in tutte le sue parti.

Pertanto, nella realizzazione del messaggio della domenica si procederà nel modo seguente.
Si comincerà dal testo del Versetto al Vangelo, commentandolo nelle parti che sono riprese nel Vangelo.
Successivamente si esaminerà e si commenterà il testo del Vangelo in tutte le sue parti.
Quindi si esaminerà e si commenterà la Prima Lettura, o un suo stralcio, nelle parti che approfondiscono la formulazione del messaggio della domenica che si vuole proporre.
Quindi si procederà alla formulazione del testo del messaggio della domenica; in esso confluiranno tutti i commenti di cui sopra, tranne quelli fatti al Vangelo nelle parti che non sono attinenti al messaggio stesso.

Al termine della presentazione dell’elaborato, durante la quale i Partecipanti potranno già interagire, i Partecipanti stessi saranno invitati, con i loro interventi, ad arricchire e approfondire quanto è stato detto, sulla base delle “Tracce per la Risonanza”, qui di seguito riportate.

Al messaggio della domenica in questione, viene dato il nome di "La Buona Notizia della Domenica": al riguardo si mette in evidenza che il termine Vangelo, che deriva dal greco, significa appunto Buona Notizia.

 
Tracce per la Risonanza
 
1.   Indicazione di quello che mi ha particolarmente colpito.
2.   Progressi avvertiti nel mio processo educativo:
a) sono stato informato su qualcosa che non sapevo;
b) ho preso coscienza:
·   di un mio modo di pensare sbagliato;
·   di un mio comportamento sbagliato;
·   di un attaccamento del mio cuore a qualcosa che è peccato.
3.   Formulazione di domande:
a)  al fine di capire meglio le letture proposte;
b)  al fine di chiarire alcuni aspetti della fede, in particolare quelli richiamati dalle letture stesse.
   

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