“Alzati!”
Riflessioni Varie sulla Parola
“Alzati!”
Sul Vangelo di Marco (Mc 1,14-20)
25 Gennaio 2015 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
Oggi terza domenica del tempo ordinario, Gesù ci invita alla conversione.
Tutta la liturgia della Parola contiene in sé un invito profondo a cambiare vita, a non perdere più tempo perché è arrivato il momento di fare una scelta: Seguire il Signore e convertire il nostro cuore a Lui.
Già nella prima lettura tratta dal libro del profeta Giona, possiamo ascoltare una parola, un invito forte e chiaro di Dio: ”Alzati!”
In diverse occasioni troviamo la parola “Alzati” nei vangeli. Un angelo del Signore nel sogno invita Giuseppe a mettere in salvo Gesù e Maria dall’odio distruttivo di Erode. «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo» (Mt 2,12-15).
Gesù stesso dirà al paralitico: «Alzati prendi la tua barella e cammina» (Gv 5,1-3); oppure nell’orto degli ulivi dirà ai suoi discepoli: «Alzatevi, andiamo!» (Gv 14,30-31).
Dio ci mette in guardia da ogni forma di accomodamento materiale e spirituale perché ci vuole bene.
Quando nel cuore della notte si sente un rumore in casa, il più pauroso dice al coraggioso: “Alzati, va a vedere!”. Il più debole chiama, interpella il più forte perché vada a controllare e a impedire ogni pericolo per sé e per i propri cari. E’ quello che fa Giona per il suo paese. E’ quello che dovremmo fare anche noi come cittadini, cristiani e credenti: non perdere tempo, non dormire per soccorrere chi si trova nel bisogno materiale e spirituale dei fratelli. Molto spesso la salvezza o la perdita di un’anima o di una vita dipendono dalla nostra attenzione o omissione.
Pertanto “Alzati” quando ascolti mormorazioni e critiche che rubano il tuo tempo; alzati quando tuo figlio/a non rincasa la notte, non studia o frequenta brutte compagnie; alzati quando sei caduto in peccato; alzati e fa tu il primo passo per ristabilire la pace quando nessuno si muove o alza un dito per puro orgoglio.
Giona è un uomo attento, perché ha imparato ad ascoltare la voce del Signore e desidera conoscere le Sue vie.
Chi riceve notizie o ascolta parole che potrebbero nuocere a un’intera comunità, o che potrebbero avvelenarla, disunirla, dovrebbe fare come Giona, alzarsi e comunicare ai fratelli le vie del Signore, quella dell’unità, della pace, del dialogo e del perdono.
Ogni uomo porta in sé una ricchezza, una verità profonda: l’amore che costituisce il regno di Dio. Nessuno può tenerlo nascosto perché è come una grande luce che brilla.
Quando si è vicini agli altri e s’instaurano relazioni di autenticità, verità e carità, si costruisce questo “regno” di luce, di giustizia, di condivisione e tenerezza di Dio.
Gesù, si definisce il Regno Cieli che si fa vicino. Lui è il regno di luce che cammina in mezzo a noi, e mentre avanza, lancia messaggi che annunciano il suo arrivo. La Sua Parola ci permette di raggiungerlo. La nostra conversione passa attraverso l’incontro con i fratelli. Ogni fratello è la vicinanza di questo “regno”, un’occasione per convertirci. In un attimo, l’incontro con un ammalato, un anziano, un disabile, un bambino e un sacerdote possono cambiare la nostra vita. Una parola, uno sguardo e la compassione possono comunicare l’amore di Dio.
Gli Apostoli dopo aver incontrato Gesù, hanno lasciato tutto. La sua Parola ha cambiato la loro vita. Sono diventati un” regno” per gli altri e non più per se stessi.
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