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Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce

Sul Vangelo di Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)   

14 Dicembre 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte


Chi è il testimone? Chi è questa luce? Come si fa a testimoniare alla luce?  

Nel mondo giuridico il testimone è chi ha assistito personalmente a un determinato evento: ha visto, ha ascoltato e, dunque, è capace di rendere la sua testimonianza, cioè di raccontare tutto ciò ha vissuto e raccolto con i suoi sensi e che, in un certo senso le ha cambiato, se non addirittura stravolto la vita.

Quando si cammina in una galleria abbastanza lunga e buia, non si vede l’ora di raggiungere la luce, l’uscita.

Cristo è questa luce, quest’uscita di salvezza. Nel momento in cui si fa esperienza di Cristo, si legge il vangelo per conoscerlo, capirlo e apprezzarlo si potrà testimoniarlo, cioè parlare di Lui.

Se con una persona non parlo, non ho nessuna una relazione,  non potrò mai esprimere un giudizio vero e obiettivo su di lei, mi accontenterò di giudizi altrui, peggio ancora di pregiudizi.

Ai bambini delle scuole cui ho fatto visita in questi giorni, ho detto loro: il vangelo è come un grande tema scritto da uomini che hanno vissuto in diretto contatto con Gesù, ci hanno parlato, hanno pregato insieme, hanno mangiato, dormito e addirittura l’hanno visto piangere.

Sicché nel Vangelo abbiamo varie testimonianze su come trascorreva le giornate Gesù, una specie di diario giornaliero, in cui si può vederlo camminare, pregare, fissare lo sguardo sulle persone, cogliere le sue emozioni, le sue esortazioni e le sue correzioni. La testimonianza più bella è quando offre il perdono sulla croce.

La Parola del Signore è una Parola che allieta perché custodisce i nostri cuori e le nostre menti nella Sua pace. Una Parola che ci invita alla conversione, alla condivisione come forma più alta di giustizia sociale e di carità.  Mai, come oggi, l'uomo avverte prepotentemente un bisogno di pace, di armonia con Dio, con se stesso, con gli altri e con il creato. Le ansie e le varie difficoltà della vita possono generare in lui interrogativi profondi: “ che cosa dobbiamo fare?”. Questi interrogativi possono mettere l'uomo dinanzi ad un bivio di scelte, far scaturire in lui una crisi di decisione, uno smarrimento nel seguire la via giusta.

La crisi dell'uomo di oggi è una crisi di identità, di educatori nello e dello spirito. Mancano profeti, come Giovanni il Battista, che diano risposte di fede adeguate, alle esigenze dei nostri tempi. La Parola del Signore ancora una volta viene in nostro aiuto. Nel deserto di risposte è l'unica a illuminare il nostro cammino.

Solo Dio è capace di ricondurre l'uomo alla sua vera gioia e lo fa per mezzo del Figlio. Cristo è la risposta di Dio a tutte le nostre domande. Questo periodo di avvento lo ricorda. Nessuna intelligenza umana è capace di spiegare la pace di chi gusta l'arrivo del Signore nella loro vita. I santi sono un esempio. Ancora oggi, il popolo, come al tempo del Battista, è in attesa di profeti, annunciatori di speranza, di uomini di fede che portino le “risposte” di Dio, apostoli del vangelo che salva.


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