La Buona Notizia della Domenica - 30 Aprile 2023
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La Buona Notizia della Domenica
30 Aprile 2023 - IV Domenica di Pasqua - Anno A
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Catechesi sulla Parola della Domenica
preceduta da un
Insegnamento sull'Associazione Laicale Nicodemini che si vuole costituire
a cura del sacerdote Tommaso Boca
Qui sopra potete vedere e ascoltare la video-riunione settimanale degli Aspiranti alla costituzione dell'Associazione Ecclesiale della Famiglia Missionaria San Nicodemo.
Tali riunioni hanno lo scopo, da una parte, di conoscere e di confrontarsi con il Progetto Statutario dell'Associazione stessa, e dall'altra hanno lo scopo di approfondire la conoscenza della vita cristiana attraverso la riflessione sulla Liturgia derlla Parola relativa alla domenica sucessiva alla data della riunione.
Tale riflessione prende il nome di "La Buona Notizia della Domenica": ci si vuole riferire all'aspetto specifico della vita cristiana che, in ciascuna domenica, la Santa Chiesa propone all’ascolto e alla riflessione dei fedeli attraverso la scelta appropriata di brani della Sacra Scrittura.
La riflessione viene guidata dal sacerdote Tommaso Boca e viene realizzata con l'apporto dialogante di tutti i Partecipanti.
Qui di seguito vengono riportati i testi in base ai quali la riflessione stessa è stata realizzata. Essi sono seguiti da una introduzione che spiega come si è addivenuti all'individuazione e alla formulazione de "La Buona Notizia della Domenica".
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1. LA BASE DEL MESSAGGIO, NEL VERSETTO AL VANGELO
Giovanni 10, 14
Io sono il buon pastore, dice il Signore,conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Il buon pastore, dunque, ama le sue pecore e queste si accorgono di questo amore, si fidano di chi li guida e ricambiano il suo amore, dimostrando per lui docilità, rispetto e affetto.
Tale deve essere il rapporto che si deve sviluppare tra ogni discepolo di Cristo e il suo Maestro. In tal modo, si instaura un rapporto di intimo amore reciproco: tale è il significato del termine conoscenza nella letteratura biblica.
2. LO SVILUPPO DEL MESSAGGIO NEL VANGELO
(Giovanni 10, 1-10)
Il pastore deve incarnare i sentimenti di colui che egli rappresenta.
Giovanni 10, 1-2
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il capitolo 10 del Vangelo di Giovanni si sviluppa sulla trama del capitolo 34 del Libro del profeta Ezechiele, nel quale prima si parla dei cattivi pastori e poi si parla di un nuovo buon pastore che avrebbe guidato il suo popolo.
La porta delle pecore dà accesso alle pecore. Ciò vale per i pastori che agiscono nel nome del Signore: per farlo legittimamente devono passare attraverso di lui, cioè debbono incarnare i suoi atteggiamenti di amore attento e pronto al sacrificio per il bene delle persone da essi guidate.
Il pastore è tale perché viene riconosciuto sia da colui per conto del quale agisce, sia dalle persone che debbono essere da lui guidate.
Giovanni 10, 3-5
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Il pastore riceve l’investitura per svolgere il suo ruolo, riceve dunque anche le qualità per poterlo svolgere e queste qualità vengono riconosciute dalle pecore, le quali sono docili in quanto, per l’appunto, riconoscono queste qualità.
Gesù si dichiara essere la porta delle pecore, cioè la forma del pastore delegato.
Giovanni 10, 6-10
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».
Gesù, dunque, dichiara di essere la porta delle pecore, cioè la forma del pastore delegato a questo incarico. Inoltre, è da considerare che nessuno può fare il pastore se non viene chiamato da Dio, dal quale riceve pure i doni per poter svolgere questo compito.
3. L’ARRICCHIMENTO DELLA PRIMA LETTURA
Atti degli Apostoli 2, 38-41 (Stralcio)
E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».
Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
Questo stralcio della Prima Lettura ci fa comprendere chiaramente che la conoscenza del discepolo nei riguardi di Gesù, cioè la comunione nell’amore tra il discepolo e Gesù, si realizza nel Battesimo.
In questo Sacramento si ottiene il perdono dei peccati e la rigenerazione a figli di Dio, per la quale veniamo innestati all’umanità glorificata del Figlio di Dio che si è fatto uomo, è morto ed è risorto per la nostra salvezza.
4. FORMULAZIONE DEL MESSAGGIO
Gesù è il Buon Pastore, che conosce le sue pecore. Egli stesso è il pastore e il custode dei suoi discepoli attraverso i suoi ministri.
Il termine pastore ha una profonda risonanza biblica: nell'Antico Testamento indica l'azione di Yahweh di guidare il popolo d'Israele, e nel Nuovo Testamento è applicato principalmente a Cristo, Buon Pastore; in maniera derivata è usato per riferirsi al ministero di coloro che nella Chiesa sono rivestiti del Sacramento dell'Ordine Sacro, in particolare il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti. Il termine pastore affonda le sue radici nell'esperienza di vita degli antichi patriarchi, i quali erano "aramei erranti" e vivevano quindi in una civiltà pastorale.
L'immagine del pastore che guida il gregge esprime a un tempo due aspetti apparentemente contrari:
il capo: il pastore è un uomo forte, capace di difendere il suo gregge contro le bestie feroci; la sua autorità è indiscussa;
il compagno: il pastore è delicato verso le sue pecore, delle quali conosce lo stato, e alla situazione delle quali sa adattarsi fino a portarle sulle sue braccia, e amandole teneramente "come una figlia" (Confronta Cathopedia, al termine pastore).
Il buon pastore, dunque ama le sue pecore e queste si accorgono di questo amore, si fidano di chi li guida e ricambiano il suo amore, dimostrando per lui docilità, rispetto e affetto.
Tale deve essere il rapporto che si deve sviluppare tra ogni discepolo di Cristo e il suo Maestro. In tal modo si instaura un rapporto di intimo amore reciproco: tale è il significato del termine conoscenza nella letteratura biblica.
La porta delle pecore dà accesso alle pecore. Ciò vale per i pastori che agiscono nel nome di Gesù: per farlo legittimamente devono passare attraverso di lui, cioè lo debbono incarnare. Per capire: ai diaconi durante la loro ordinazione viene chiesto di conoscere la Parola, di vivere ciò che si è conosciuto, di predicare ciò che viene vissuto.
Il Vangelo di Giovanni ci mostra come l’incarico di Gesù a Pietro a pascere i suoi discepoli passa attraverso l’amore verso lo stesso Gesù, attraverso la comunione nell’amore con lui (Giovanni 21,15-17).
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INTRODUZIONE A
“IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA”
Il Vangelo della domenica viene scelto dalla Santa Chiesa per proporre all’ascolto e alla riflessione dei fedeli un aspetto specifico del messaggio cristiano.
Questo aspetto viene focalizzato attraverso il Versetto al Vangelo nelle parti relazionate al Vangelo, viene sviluppato nel Vangelo e viene approfondito nella Prima Lettura.
Ne risulta che il Versetto al Vangelo è la chiave di lettura e la cerniera del Vangelo e della Prima Lettura.
Un arricchimento del messaggio si potrebbe ricavare dall’analisi del Salmo responsoriale, che viene scelto dalla Santa Chiesa per descrivere la risposta appropriata dell’uomo a Dio che parla attraverso la Prima Lettura.
E un ulteriore arricchimento si potrebbe ricavare dall’analisi della Seconda Lettura, la quale, talvolta, viene scelta dalla Santa Chiesa proprio perché rispecchia il messaggio specifico che vuole proporre ai fedeli; ma anche quando non ci fosse questo stretto legame, ci sarebbe comunque un arricchimento, poiché il significato di un’affermazione biblica – sempre – si comprende meglio alla luce delle altre.
Tuttavia, nell’elaborazione di tale messaggio, almeno in modo esplicito, si farà riferimento solo alla Prima Lettura, al Versetto al Vangelo e al Vangelo.
Più precisamente, per realizzare l’elaborato saranno presi in esame i testi integrali del Versetto al Vangelo e del Vangelo nonché il testo integrale o parziale della Prima Lettura: i testi del Versetto al Vangelo e della Prima Lettura saranno commentati nelle parti che sono in relazione all’aspetto specifico del messaggio della domenica, mentre il Vangelo sarà commentato in tutte le sue parti.
Pertanto, nella realizzazione del messaggio della domenica si procederà nel modo seguente.
Si comincerà dal testo del Versetto al Vangelo, commentandolo nelle parti che sono riprese nel Vangelo.
Successivamente si esaminerà e si commenterà il testo del Vangelo in tutte le sue parti.
Quindi si esaminerà e si commenterà la Prima Lettura, o un suo stralcio, nelle parti che approfondiscono la formulazione del messaggio della domenica che si vuole proporre.
Quindi si procederà alla formulazione del testo del messaggio della domenica; in esso confluiranno tutti i commenti di cui sopra, tranne quelli fatti al Vangelo nelle parti che non sono attinenti al messaggio stesso.
Al termine della presentazione dell’elaborato, durante la quale i Partecipanti potranno già interagire, i Partecipanti stessi saranno invitati, con i loro interventi, ad arricchire e approfondire quanto è stato detto, sulla base delle “Tracce per la Risonanza”, qui di seguito riportate.
Al messaggio della domenica in questione, viene dato il nome di "La Buona Notizia della Domenica": al riguardo si mette in evidenza che il termine Vangelo, che deriva dal greco, significa appunto Buona Notizia.
Tracce per la Risonanza
1. Indicazione di quello che mi ha particolarmente colpito.
2. Progressi avvertiti nel mio processo educativo:
a) sono stato informato su qualcosa che non sapevo;b) ho preso coscienza:
· di un mio modo di pensare sbagliato;· di un mio comportamento sbagliato;· di un attaccamento del mio cuore a qualcosa che è peccato.
3. Formulazione di domande:
a) al fine di capire meglio le letture proposte;b) al fine di chiarire alcuni aspetti della fede, in particolare quelli richiamati dalle letture stesse.
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