Giovani e Fede: Rapporto difficile?
Giovani e Fede: Rapporto difficile?
di Matteo Agostino
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Alla parola "fede" il dizionario della lingua italiana riporta: "L'insieme delle verità, dei principi, dei valori nei quali si crede." In realtà, dietro questa parola c'è ben altro: la fede, per il cristiano, è l'imbattersi in una Persona al contempo misericordiosa e severa, umana e divina e sentire il bisogno e la necessità di seguirLa e di obbedire a quanto dice e fa, poiché questa persona è la Via, la Verità e la Vita.
E questa Persona non può che essere Gesù Cristo, colui che solo può donarci la vita eterna e, di conseguenza la vera gioia. Da quanto Gesù ha detto e fatto è scaturita la Chiesa, all'inizio piccola, tremante, ma grazie agli apostoli, che dopo la venuta dello Spirito Santo sono diventati intrepidi e coraggiosi, e quindi veri soldati del Maestro, proprio grazie a loro e al loro esempio, la Chiesa si è trasformata, diventando grande e trionfante.
Alla base della fede e della Chiesa non ci sono una serie di formule, riti, giaculatorie, preghiere e via dicendo che, con il tempo, rischiano di diventare "meccaniche". Alla base di tutto ci sono, oltre Gesù Cristo, l'ESEMPIO e la COERENZA. Due parole fondamentali per la vita di un cristiano, che deve ispirarsi necessariamente, se non obbligatoriamente, al Vangelo, la "bella notizia". Due parole che per certi tratti possono sembrare uguali, ma non lo sono.
Colui che dà l'esempio é colui che si propone come modello da seguire e da imitare; il coerente è colui che mantiene la parola data, sempre e comunque. Ed è proprio di esempio e coerenza che oggi la Chiesa ha bisogno. Ma se proprio da colui che deve
dare l'esempio viene il peccato allora... tutti ci allontaniamo e iniziamo a riflettere e a chiederci perché quel tale predica bene, ma razzola male. Ecco, a mio parere, una delle probabili cause del perché i giovani si allontanano dalla chiesa, specialmente dopo aver ricevuto i Sacramenti.
Però, tra le altre cause c'è il fatto che, probabilmente, l'andare in chiesa è ormai fuori moda, è considerata roba da vecchi, roba passata, e chi ci va viene pure deriso e, purtroppo, per piacere agli altri, o meglio per far si che il giudizio degli altri sia positivo (anche se al cristiano dovrebbe interessare solo il Giudizio di Dio) non mette più piede in chiesa.
Al tutto fa da sfondo una società che mette al centro le cose materiali, una società ipocrita che dice di andare a Messa, di confessarsi e di attenersi completamente ai comandamenti ma non vive nell'amore. Infatti, quando Gesù ci mette alla prova, facciamo come quel giovane del Vangelo, che invitato dal Messia a seguirlo si rifiuta, perché al primo posto non mette Dio ma le ricchezze.
Gli uomini e le donne "perfette" (mi si passi il termine) sono coloro che realmente hanno compreso che non si può servire Dio e mammona (Mt 6, 24). Se si ama Dio sopra ogni cosa, mai ci si separerà da Lui per il denaro e anzi diventerà logico pure il distribuire le proprie ricchezze ai poveri. Chi sceglie il Signore, infatti, ha la vita piena, ora, e la vita eterna in futuro. E' anche vero e importante dire che proprio di un peccatore che Lo aveva rinnegato per ben tre volte, Gesù ha fatto il capo supremo della Chiesa, che dopo duemila anni ancora resiste, salda, sulla "pietra", nonostante mille difficoltà e altrettanti errori. Basti pensare al Tribunale dell' Inquisizione, in passato, o ai recenti atti di pedofilia che hanno travolto la barca di Pietro, riguardo ai quali Papa Benedetto XVI ha detto che "i mali della Chiesa vengono dall' interno della Chiesa stessa" .
Allora, vedendo la situazione, sicuramente non tra le più floride, cosa possiamo fare noi credenti? Innanzitutto non ci dobbiamo rassegnare, perché la vita cristiana va aldilà della rassegnazione, perché dopo la rassegnazione c'è la speranza, che non a caso è una delle tre virtù teologali. Bisogna andare avanti, bisogna capire che non "dobbiamo fare quello che fanno, ma quello che dicono", come dice qualcuno, vivendo sempre con lo sguardo rivolto verso l' alto e importandocene relativamente degli altri e di ciò che fanno, non sprecando parole, che rischiano di rimanere tali, rimanendo parole, parole, parole, ma lasciando parlare i fatti.
Vorrei concludere con una frase riportata nel libro Perché Credo, una vita per rendere ragione della fede, scritto da Vittorio Messori : "Dio, che non si è imposto a nessuno, vuol persuadere lavorando sui nostri cuori e, al contempo, sulla nostra intelligenza. E' un Dio che ci invita a una sorta di caccia al tesoro di cui Egli stesso è il premio, non abbagliandoci con la Sua evidenza ma concedendoci indizi e tracce, seminando "bigliettini" da comprendere e da interpretare".
Famiglia Missionaria San Nicodemo
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25 Agosto 2010