L’incontro nella preghiera tra i giardini del Vaticano
QUOTIDIANITA' E VITA
L’incontro nella preghiera tra i giardini del Vaticano
15 Giugno 2014 |
di Egidio Chiarella |
Cronaca: “Quattro leader, due politici e due religiosi (c’era anche Bartolomeo I°), salgono a bordo di un pulmino bianco: tutti insieme, sorridono e si scambiano parole, prima di arrivare nel luogo dove si tiene il momento di preghiera, nei Giardini Vaticani. Un luogo neutro, libero da simboli religiosi. Le tre delegazioni pregano nell'ordine in cui le fedi abramitiche sono apparse nella storia: iniziano gli ebrei, poi i cristiani, infine i musulmani. La recita dei salmi si alterna a momenti di musica e silenzio. Per ciascuna delegazione tre momenti: un passaggio sulla creazione, una richiesta di perdono e una invocazione alla pace. Gli ebrei pregano nel giorno del Kippur: «Fa' che ognuno ami la pace e la persegua». L'invocazione dei musulmani è in arabo: «O Dio, porta la pace nella terra della pace». E per la prima volta nella storia viene letto il Corano in Vaticano”.
Importanti le parole del Papa: Spero che questo incontro sia l'inizio di un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide», dice Francesco. «Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all'incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d'animo». L’uomo che si affida a Dio nella preghiera con fede possente consente il miracolo.
Leggo in Matteo in merito al brano che vede gli apostoli disorientati perché non capaci di scacciare un demone: Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". Ed egli rispose: "Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile". In molti pensano che l’azione del Papa sia stato solo un tentativo lodevole, ma non efficace a tal punto di scuotere una situazione storica ormai incancrenita. Ma qui arriva l’uomo con le sue certezze e i suoi limiti. Chi crede invece sa benissimo che il cuore di Papa Francesco e dei due capi degli stati interessati, proiettato verso la ricerca della pace, ha aperto la strada a sviluppi che oggi sono incomprensibili e inimmaginabili. Ricordiamoci sempre che la preghiera può spostare le montagne!
Nel giorno di Pentecoste, Papa Francesco ha portato a termine il suo impegno assunto, in forma ufficiale, qualche giorno addietro nella Terra Santa: Fare incontrare a Roma, in Vaticano, i due massimi rappresentanti delle istituzioni Israeliani e Palestinesi, Shimon Peres e Abu Mazen, per invocare assieme la pace nel Medio Oriente. In una società, dove la diplomazia ufficiale non sempre raggiunge gli obiettivi che stanno alla base di una convivenza pacifica tra i popoli, diventa così importante questo incontro unico e particolare.
Gesti che pesano più delle parole! È infatti l'abbraccio storico fra i due presidenti che sintetizza al meglio questa giornata di domenica 8 giugno, interamente dedicata alla necessità di scrivere una pagina di storia nuova, chiedendo l’aiuto della mano di Dio! Da Gerusalemme il premier Netanyahu non sembra abbia gradito, ma intanto si è gettata una pietra in uno stagno immobile. Il Signore interviene però tramite l’uomo, solo se quest’ultimo è disposto ad aprirsi alla santità, perché il peccato da sempre impedisce la fratellanza tra i popoli, qualsiasi sia la loro origine. La preghiera in comune nei giardini vaticani è strada di santità; è terreno fertile per far crescere l’albero della pace.
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