Se mi amate osserverete i miei comandamenti
Riflessioni Varie sulla Parola
Se mi amate osserverete i miei comandamenti
Sul Vangelo di Giovanni (Gv 14,15-21)
25 maggio 2014 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
Il Vangelo di oggi inizia con un "se", un appello alla tua libertà. Ci lascia liberi nella volontà di amare o meno il Signore. Non ci impone, né ci forza. Utilizza un verbo al presente che indica un oggi, adesso. Prosegue, poi, con un verbo al futuro: osserverete i miei comandamenti.
Si può amare una persona eseguendo dei suoi comandi?
Quali sono questi comandamenti?
Chi partecipa frequentemente alla santa messa ha avuto modo di ascoltare in questi giorni il brano del vangelo nel quale Gesù dice: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi».
Un giorno, Gesù, interrogato da un dottore della legge su quale fosse il più grande dei comandamenti, rispose così: «Ascolta Israele, il Signore nostro Dio è l’unico Signore, amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo è questo: amerai il tuo prossimo come te stesso». Come possiamo notare Gesù fa la sintesi del decalogo che Dio diede a Mosè in questi due comandamenti.
Riflettiamo sulla prima parola che Gesù utilizza per introdurli: Ascolta Israele.
L’ascolto è la base per accogliere Dio e i fratelli. Ascolto non inteso come origliare, curiosare nella vita dell’altro, ma nel senso di fare entrare la verità dell’altro. L’ascolto è il primo atto della nostra intelligenza. Una mamma è spinta dall'amore a precipitarsi al figlio appena ascolta il suo pianto. Non è tanto l’istinto quanto il vero e puro amore. E' l'amore la forza che ci spinge ad accogliere i "comandamenti", i doveri verso Dio e i fratelli. Ascolta il tuo cuore, ascolta lo sguardo dell’altro, cosa ti vogliono dire i "passi" dell’altro.
Accorgiti cosa ti vuole lanciare tuo fratello con quel "passo", con quel farsi avanti. Guarda alla purezza del suo gesto e non cosa ti "suggerisce" di fare il tuo pregiudizio. Nella prima lettera di San Giovanni leggiamo: «Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «lo conosco, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità» (1 Gv 2,3-4).
La conoscenza genera la relazione, l’incontro e poi l’affetto e l’amore. Se tu conosci bene ciò che fa piacere alla persona che ami, fai di tutto per dimostrarle il tuo affetto, arrivi ad indebitarti; invece se sai cosa le dispiace, e può ferirla cerchi di fare di tutto per non deluderla. Non tradiamo l’amore che Gesù ha per noi.
- Altro dettaglio importante nel Vangelo: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito». Ciò che opera o dice Gesù lo fa sempre rivolgendosi in preghiera al Padre. Le cose più importanti e le scelte più importanti le ha preso sempre dopo aver pregato il Padre. Quanto abbiamo da imparare da Gesù. Gesù non prega mai per se stesso, ma per noi. Gesù chiede il bene per noi a Dio, non il male, le maledizioni. Dio esaudisce questo tipo di preghiere. Gesù è certo della risposta, che sarà esaudito dal Padre, infatti dice: «Ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga sempre con voi». Gesù ha fede.
Chi è questo Paraclito?
Per quale motivo, Gesù, lo chiede nella preghiera per noi?
Il termine Paraclito è un termine giuridico che significa: avvocato, difensore, consolatore. Cristo Paraclito (= avvocato) ci difende nel tribunale del Padre contro le accuse di Satana ( = l’accusatore). Come ci difende? Scontando per noi la pena. Il Paraclito è lo Spirito Santo. Gesù aggiunge: lo Spirito della Verità. E’ Spirito della Verità perché è il dono reciproco del Padre e del Figlio. Questa verità è dentro di noi attraverso la vita che ci è stata comunicata attraverso il battesimo che ci ha rigenerato. Lo Spirito Santo è il segno della presenza di Cristo nella Sua Chiesa.
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