“Non temere, soltanto abbi fede!”
Riflessioni Varie sulla Parola
“Non temere, soltanto abbi fede!”
Sul Vangelo di Marco (Mc 5,21-43)
28 Giugno 2015 |
di Sac. Giuseppe Biamonte |
Il Vangelo di questa tredicesima domenica del tempo ordinario racconta due esperienze di fede. La prima, quella di una donna ammalata da dodici anni, la seconda quella di un padre di famiglia la cui figlioletta era moribonda.
La donna soffriva di continue perdite di sangue e vedendo Gesù, tocca il suo mantello e guarisce istantaneamente dal suo male.
Meraviglioso è l’approccio di fede che questa donna apre con Gesù.
Lei si avvicina lentamente, si fa spazio, si pone dietro le spalle di Gesù e con atteggiamento rispettoso, timoroso e prudenziale lo tocca.
Non mette in atto nessuna corsa, nessuna spintonata per raggiungerlo né fa uso di tante parole per farsi notare o attirare l’attenzione di Gesù.
E’ Gesù stesso ad accorgersi di lei, anzi addirittura la cerca perché si era “reso conto della forza che era uscito da lui”.
L’evangelista annota che: ”Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo”.
Con una parola dolcissima Gesù si rivolge alla donna guarita. La chiama “figlia”.
Figlio vero di Dio è l’uomo guarito spiritualmente, libero da ogni compromesso con il male e con il peccato, l’uomo gioioso e amante della vita.
Questa donna c’insegna che avere fede in Dio significa aspettare, ma soprattutto accettare e rispettare la volontà di Dio.
Per la legge questa donna era considerata impura e le proibiva di toccare o avvicinare qualcuno perché altrimenti lo avrebbe reso impuro.
Questa donna da dodici anni era consumata nel corpo e nello spirito e la sua fede nel Signore la riabilita, la guarisce da ogni sua malattia.
Giairo, invece, è un uomo abbracciato, attraversato dalla Grazia perché in una sola giornata vede cosa può realizzare di buono e di santo la nostra fede se abbiamo fiducia nel Signore, se continuiamo a fidarci di lui e non abbiamo paura di tutto ciò che può scoraggiare la nostra preghiera e indebolire la nostra fede.
Giairo è l’uomo accompagnato da Gesù in quel cammino di vita che lo preoccupa, lo angustia. Egli, infatti, si dirigeva verso la sua casa, dove c’era tristezza, pianto, dolore e urla per l’imminente morte della figlia.
Giairo siamo tutti noi che nel cammino della vita sia pure accompagnati da Gesù, siamo investiti da continue cattive notizie “tua figlia è morta”, ma soprattutto siamo tentati a non pregare più “perché disturbi ancora il Maestro?”.
Gesù, in Giairo ci dice: ”Non temere, soltanto abbi fede!”. Gesù continua a ripeterci a non avere paura, a continuare ad avere fede in tutte quelle situazioni di “morte” che ci sembrano senza uscita.
La vera morte è farci credere che tutto è finito, che non c’è più nulla da fare. Morire è abbassare la guardia sulla salute della nostra vita spirituale e su quella dei nostri cari, è abbassare la saracinesca della speranza.
Come ci viene in aiuto Gesù?
Gesù, il Vangelo viene in nostra difesa. Caccia fuori tutti i nostri pensieri di morte, tutti quelli che intralciano la nostra amicizia con il Signore, tutti quelli che mettono a dura prova la nostra fiducia e fede nel Signore.
Gesù ci fa entrare nella Sua vita: la Chiesa. Porta con sé gli Apostoli.
“Ma egli cacciati tutti fuori prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui”.
Gesù porta la vita, la vittoria sulla morte attraverso quella autorevole e solenne frase: ” Io ti dico alzati!”.
.
.