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La Valutazione Morale del Comportamento Sessuale

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La Valutazione Morale
del Comportamento Sessuale


di Sac. Tommaso Boca




Il Sarcofago degli Sposi
Museo nazionale etrusco di Villa Giulia
Roma

Avvertenza

Quello che segue è uno stralcio del manoscritto riportato integralmente nella voce di menu Manoscritti. Se si vuole leggere il testo integrale cliccare qui.



2. LA VALUTAZIONE MORALE DEL COMPORTAMENTO SESSUALE


La Tradizione cattolica nel valutare un determinato comportamento morale, specie in campo sessuale, ha dato una grande importanza alla natura morale oggettiva dell'atto stesso.
Questo approccio era influenzato da un'eccessiva semplificazione della dottrina di San Tommaso e dall'ottica negativa dei manuali di morale sessuale ossessionati dalla visione del peccato e preoccupati di dare norme chiare.


2.1. Il problema della valutazione

Le risultanze bibliche, storiche e scientifiche, oggi sollevano gravi obiezioni riguardo al predetto approccio.
Tanto il Vecchio quanto il Nuovo Testamento si rifanno più ai valori della persona che alla materialità dell'atto. Le molteplici distinzioni morali introdotte nei libri penitenziali del medioevo per giudicare una medesima mancanza materiale in campo sessuale, confermano che ci sono criteri di valutazione che trascendono l'atto stesso. I dati ricavati dalle scienze empiriche rilevano che c'é una differenza significativa tra un'attività sessuale praticata in un contesto di affetto e di dedizione e la stessa attività consumata in un contesto occasionale e privo d'amore.
É per questo che gli orientamenti attuali danno più importanza all'atteg-giamento che all'atto, più significato ai fattori interpersonali che a quelli individuali.
Per contro, secondo altri autori non esiste affatto un contenuto oggettivo per quanto riguarda la condotta sessuale. Essa deriva il suo significato soltanto dalle intenzioni e motivazioni dell'interessato, anche se esse debbono scaturire dall'imperativo dell'amore proposto da Cristo. In tal modo però si avrebbe una morale del tutto relativizzata e facilmente mutevole, e inoltre trascurerebbe le implicanze sociali e comunitarie del comportamento sessuale.
Per un'adeguata valutazione morale del comportamento sessuale é dunque necessario considerare tanto le componenti oggettive che quelle soggettive. Inoltre bisogna riconoscere la complessità e l'unità della persona ed evitare di stabilire priorità gerarchica tra creatività ed integrazione. Infine bisogna essere consapevoli della dimensione interpersonale di questa esperienza.


2.2. I livelli di valutazione

Quanto abbiamo appena detto, corrisponde alla raccomandazione fatta dal Concilio Vaticano II, secondo la quale la natura della persona umana e dei suoi atti forniscano il principio fondamentale di valutazione morale della sessualità: é infatti proprio della natura umana armonizzare e integrare le categorie intrapersonali ed interpersonali della sessualità.
Questo principio valutativo basale, che come abbiamo già visto riporta il comando dell'amore cristiano alla sfera della sessualità, da una parte deve essere al servizio della persona e armonizzato con la sua dignità: la sessualità "riguarda l'intimo nucleo della persona umana".
Dall'altra esprime che l'agire della persona, per essere morale, non può avanzare esigenze contrarie al vero significato della natura fisica dell'uomo.
Il secondo livello é dato dall'identificazione dei valori collegati con la sessualità e che servono a chiarire ulteriormente il principio fondamentale della crescita creativa verso l'integrazione. Questi valori richiedono che la sessualità sia: liberante, altruista, sincera, fedele, socialmente responsabile, aperta alla vita e gioiosa. Certamente tali valori non possono essere realizzati tutti in misura uguale e in ogni espressione sessuale, ma la violazione sostanziale di uno di essi può compromettere seriamente il primo principio.
Un terzo livello di valutazione morale consiste in norme, regole, prescrizioni e direttive più concrete. Esse cercano di ricavare dall'esperienza cristiana quali siano le modalità di comportamento più idonee ed efficienti per realizzare questi valori e quindi promozionali nei confronti della creatività e dell'integrazione.
Se la loro formulazione é adeguata, se, cioè, esse tengono conto delle intenzioni e circostanze particolari in cui la norma si deve applicare, esse forniscono una guida utile per prendere una decisione moralmente responsabile, specialmente in situazioni di dubbio. Quando la loro formulazione riveste un carattere di obbligatorietà assoluta e universale, come nel caso del divieto della contraccezione, si viene allora a creare una problematica particolare; ne parleremo nel paragrafo successivo, in cui tratteremo dell'ultimo livello valutativo del comportamento sessuale.


2.3. La decisione morale

L'ultimo livello di valutazione morale é la concreta decisione dell'individuo secondo la propria coscienza retta, che va rispettata, anche se può essere erronea in quanto non é veritiera.
Emerge già da questa espressione la possibilità di un cammino graduale verso la perfezione della legge. Pertanto si ritiene opportuno, prima di approfondire la questione della decisione morale concreta, trattare brevemente di questo argomento ed inoltre dell'opzione fondamentale, nel cui ambito si muove l'opzione particolare


2.3.1. L'opzione fondamentale

L'azione concreta é l'espressione dell'opzione fondamentale, che riguarda la scelta in rapporto all'insieme dell'esistenza per la cui realizzazione la persona si impegna incondizionatamente. Se l'opzione fondamentale é l'amore ad ogni costo, cioè la carità, ogni azione concreta sarà veramente libera nella misura in cui é espressione di carità. É importante rilevare che in questo processo l'uomo fa esperienza dell'impotenza a realizzarsi, con le sue forze, nei suoi progetti, né a perdonarsi da se stesso. É nel desiderio di superare questa esperienza che la conoscenza trascendentale dell'uomo, in se atematica, assume la modalità ultima per la quale é stata creata, cioè una struttura soprannaturale, in cui si realizza l'autocomunicazione di Dio come rifugio di verità ultima, di perdono, di possibilità di vita. É nel prendere coscienza di questi avvenimenti, che si realizza la conoscenza trascendentale riflessa di Dio.
Per conservare l'opzione fondamentale della carità, che verticalmente ci lega con Dio, al di là della singola azione concreta, che pure esercita il suo influsso, bisogna anche attuare tutte quelle strategie spirituali che ne impediscono il decadimento o perfino la morte.
Non é il peccato mortale che cambia l'opzione fondamentale, esso invece manifesta che l'opzione fondamentale é già cambiata.


2.3.2. La legge della gradualità

La norma morale concreta, in quanto considerata assoluta e universale, richiede che sia osservata. D'altra parte, a motivo della libertà umana che é limitata, viene previsto da parte del Magistero un cammino di formazione al fine di raggiungere la piena attuazione della norma proposta.
Lo stesso Magistero, però, avverte che non si deve guardare alla legge solo come ad un puro ideale da raggiungere in futuro, bisogna invece considerarla come un comando del Signore a superare con impegno le difficoltà. Perciò la cosiddetta legge della gradualità, o cammino graduale, non può identificarsi con la gradualità della legge, come se ci fossero vari gradi e varie forme di precetto nella legge divina per uomini e situazioni diverse. Viene di seguito specificato che bisogna impegnarsi sinceramente a porre le condizioni necessarie per osservare questa norma.
La formulazione suggerisce chiaramente che non si tratta soltanto di forza di volontà, cioè di reprimere direttamente l'impedimento. Bisogna invece impegnarsi riguardo a quelle condizioni che renderanno possibile l'attuazione del retto comportamento richiesto.
Tali condizioni si possono individuare nella preghiera, in una maggiore disciplina o equilibrio nella vita in generale, nella prudenza quanto alle occasioni di peccato, condizioni queste che sono abbastanza praticabili.


2.3.3. Il valore della norma morale concreta

La norma morale non é un fine ma un mezzo per vivere categorialmente l'opzione fondamentale, che quando é matura include anche il rapporto con Dio, anzi fa riferimento costante al rapporto con Dio.
Ciò, per un verso comporta che non é sufficiente essere conformi alla norma materiale del Magistero per ritenersi sicuri della correttezza morale del proprio agire. Infatti, al destinatario della norma, rimane sempre uno spazio di ulteriore approfondimento, al fine di cogliere nell'hic et nunc quella verità che corrisponde alla volontà di Dio, assolutamente vincolante e liberante.
D'altra parte, per le ragioni che abbiamo indicato al paragrafo precedentemente, si può verificare uno scostamento rispetto all'osservanza della norma morale concreta.
Può avvenire, questo, quando la coscienza, come già abbiamo detto, é retta ma non veritiera.
Può avvenire, pure, in quelle situazioni difficili in cui manca la pienezza della libertà, e allora entra in campo la legge della gradualità di cui abbiamo parlato sopra.
Può avvenire, ancora, per "dissenso": la dottrina tradizionale della Chiesa sul valore della coscienza, ritenuta come giudice in ultima istanza delle valutazioni morali della persona, prevede la possibilità di un dissenso prudente, cioè competente e motivato, nei confronti della dottrina proposta dal Magistero in modo solenne e autentico ma non dogmatico.
Può avvenire, infine, allorquando si verificano evenienze drammatiche. In tali casi eventuali comportamenti difformi dalle indicazioni della norma morale, "anche se restano oggettivamente disordinati e quindi non pienamente giustificabili in se stessi, potranno essere di fatto soggettivamente difendibili, cioè non soggettivamente colpevoli, almeno nella misura in cui scaturiscono non da una scelta di egoismo, ma da difficoltà praticamente insuperabili": "le particolari circostanze cha accompagnano un atto umano oggettivamente cattivo, mentre non possono trasformarlo in atto oggettivamente virtuoso, possono renderlo incolpevole o meno colpevole o soggettivamente difendibile".
Al riguardo, ma anche per tutto ciò che attiene a questo paragrafo, vogliamo pure ricordare quanto viene affermato dal Catechismo della Chiesa Cattolica: "L'imputabilità e la responsabilità di un'azione possono essere sminuite o annullate dall'ignoranza, dall'inavvertenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affetti smodati e da altri fattori psichici oppure sociali".








NOTE

1 Ci sono infatti le norme paradigmatiche e le norme generali - tra queste il non divorziare -, che hanno un valore assoluto: cfr I. Fucek, La sessualità al servizio dell'amore. Antropologia e criteri teologici, Dehoniane, Roma 1993, 115.

2 Cfr J. Ratzinger, "Introduzione" in Congregazione per la Dottrina della Fede, Cura pastorale delle persone omosessuali, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1995, 9-10.

3 Cfr F. Dostojevskij, in I. Fucek, É vocazione all'amore la sessualità dell'uomo, I, PUG, Roma 19963, 7-8.

4 Cfr GS 44: EV 1/857-859.

5 Cfr S. Bernal Restrepo, Lezioni Il rilancio della dottrina sociale della chiesa nel magi-stero di Giovanni Paolo II, PUG, Roma 1999-2000.

6 Cfr GS 25: EV 1/815-817.

7 Cfr S. Palumbieri, Antropologia sessuale. Presupposti per un'educazione sessuale, SEI, Torino 1996, 50-53.

8 S. Freud, in S. Palumbieri, Antropologia sessuale, 54.

9 Cfr A. Kosnik et Alii, La sessualità umana. Nuovi orientamenti nel pensiero cattolico americano, Queriniana, Brescia 1978, 66-68.

10 L'autocomunicazione da parte di Dio é diretta a tutti gli uomini: cf. K. Rhaner, Corso fondamentale sulla fede. Introduzione al concetto di cristianesimo, Paoline, Roma 19783, 177.

11 Cfr GS 48.51: EV 1/863-867.873-875.

12 Cfr PH 4: EV 5/1131-1133.

13 Cfr A. Kosnik et Ali i, La sessualità umana, 66-67.

14 Cfr C. Caffarra, Etica generale della sessualità, Ares, Milano 1992, 57-61.

15 Cfr A. Kosnik et Alii, La sessualità umana, 68-70.

16 Cfr GS 51: EV 1/873-875.

17 Cfr FC 11: EV 7/1409-1411.

18 FC 11: EV 7/1411.

19 Cfr C. Zuccaro, Morale Fondamentale, EDB, Bologna 1995, 94.

20 Cfr A. Kosnik et Ali i, La sessualità umana, 74-75.

21 Cfr DH 3: EV 1/583-585. Bisogna anche valutare, pastoralmente, nella carità, se é il caso di turbare o meno la buona fede di colui che vive nello stato di coscienza erronea: cfr J. Fucek, Lezioni Sessualità, matrimonio, famiglia, PUG, Roma, 1999-2000.

22 Cfr CCC 1783-1794: 456-458.

23 Cfr O. Bernasconi, "Peccatore/peccato", in S. De Fiores - T. Goffi (edd.), Nuovo dizionario di spiritualità, Paoline, Roma 1979, 1199.

24 Cfr K. Rhaner, Corso fondamentale sulla fede, 182.

25 Cfr C. Zuccaro, Lezioni Sessualità umana e riflessione morale, PUG, Roma 1999-2000.

26 Cfr B. Kiely, Dispense Psicologia e morale sessuale, PUG, Roma 1999-2000, 132.

27 Cfr FC 34: EV 7/1469-1473.

28 Cfr B. Kiely, Psicologia e morale sessuale, 133.

29 Cfr FR 68: EV 17/1019. Pure cfr K. Demmer, Introduzione alla teologia morale, Piemme, Casale Monferrato 19952, 83.

30 Cfr srs 38: EV 10/1785-1789.

31 Cfr VS 42: EV 13/1395-1397.

32 Cfr G. Gatti, Morale sessuale. Educazione dell'amore, ELLE DI CI, Torino-Leumann 1985, 151.

33 G. Gatti, Morale sessuale, 157.

34 Sacra Congregazione per il Clero, in G. Gatti, Morale sessuale, 157.

35 CCC 1735: 447.

36 Cfr C. Zuccaro, Morale Fondamentale, 141.

37 Cfr FR 94: EV 17/1069.

38 Cfr C. Zuccaro, Morale Fondamentale, 139.

39 Cfr HV 4: EV 3/283-285.

40 Cfr FR 92: EV 17/1065-1067.

41 Cfr FR 70: EV 17/1021-1023.

42 Cfr FR 102-103: EV 17/1081-1083.





ABBREVIAZIONI E SIGLE


CCC Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992.

DH Concilio Vaticano II, Dichiarazione sulla libertà religiosa Digntatis humanae.

EV Enchiridion Vaticanum. Documenti ufficiali della Santa Sede, EDB, Bologna 1976ss.


FC Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica sui compiti della famiglia cristiana nel mondo d'oggi Familiaris consortio (22 novembre 1981).

FR Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Fides et ratio (14 settembre 1998).

GS Concilio Vaticano II, Costituzione pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes.

HV Paolo VI, Lettera enciclica Humanae vitae (25 luglio 1968).

PH Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione su alcuni problemi di etica sessuale Persona humana (29 dicembre 1975).
SRS Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987).

VS Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Veritatis splendor (6 agosto 1993).

edd. curatori.

ss e seguenti.





BIBLIOGRAFIA


Kosnik A. et Alii, La sessualità umana. Nuovi orientamenti nel pensiero cattolico americano, Queriniana, Brescia 1978, 61-75.
Caffarra C., Etica generale della sessualità, Ares, Milano 1992, 51-66.

Erber M., "Sessualità: cognizioni biologiche-antropologiche senza conseguenze nel pensiero e prassi della chiesa cattolica", Concilium 10 (1974), 80-92.

Haring B., Liberi e fedeli in Cristo. Teologia morale per preti e laici. II. La verità vi farà liberi, Paoline, Roma 1980, 654-662.


Lacroix X., Il corpo di carne. La dimensione etica, estetica e spirituale dell'amore, EDB, Bologna 1996, 267-282.

Palumbieri S., Antropologia sessuale. Presupposti per un'educazione sessuale, SEI, Torino 1996, 48-68.


Piana G., "Orientamenti di etica sessuale", in Goffi T. - Piana G. (edd.), Corso di Morale, II, Queriniana, Brescia 1983, 314-317.


Vidal M., Etica della sessualità, SEI, Torino 1993, 111-122.





INDICE



Introduzione

1. La sessualità
1.1. Dimensione e definizione
1.2. I fini della sessualità
1.3. L'integrazione sessuale
1.3.1. La castità
1.3.2. Il pudore e la purezza
1.3.3. La continenza

2. La valutazione morale del comportamento sessuale

2. La valutazione morale del comportamento sessuale
2.1. Il problema della valutazione
2.2. I livelli di valutazione
2.3. La decisione morale
2.3.1. L'opzione fondamentale
2.3.2. La legge della gradualità
2.3.3. Il valore della norma morale concreta

Conclusione

Note

Abbreviazioni e Sigle

Bibliografia

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