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M'incontro con Cristo sofferente

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TESTIMONIANZE DI VITA CRISTIANA

M'incontro con Cristo sofferente


 5 Luglio 2014

                                                                                                                                                   Rubrica a cura di  Ugo Gigliotti


"La fede e le opere hanno illuminato la mia vita". Con queste parole ricche di emozione inizia il racconto della sua vita dedita alle mille sfaccettature di volontariato il giovane Francesco Donato, che ha fatto della sua fede in Dio una ragione di vita.

Francesco nasce a Gimigliano, piccolo paese dell’entroterra catanzarese, il 21/03/1971. Lavora presso l’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio, presidio oncologico Carlo De Lellis, per conto di un’azienda che si occupa di servizi ospedalieri. Inizia la sua carriera lavorativa a 17 anni come addetto alle vendite in una boutique, ed è proprio qui che,  con il passare degli anni, il malessere, l’insoddisfazione e l’irrequietezza d’animo prendono il sopravvento nella sua vita.

A 25 anni circa conosce la mistica lucchese Santa Gemma Galgani. Un incontro casuale… qualcuno gli dona una immagine della Santa, che fin dall’ora gli era sconosciuta. Da qui inizia il percorso verso la serenità attuale.

Ritorniamo ai suoi 25 anni; "trascorsi troppi anni nella boutique, luogo per me frivolo e senza calore umano", Francesco continua a sperare di poter cambiare vita. Ma la speranza non serve ad evitargli un totale malessere psicologico e spirituale. Una giorno, raccolto in preghiera chiede a Dio di poter uscire da questa "malattia" e in cambio spenderà il resto della sua esistenza alla fede e alle opere di bene.

Dopo poco più di due mesi, ecco che riesce a trovare lavoro nell’ambito dell’ospedale, dove ancora adesso continua a lavorare. Ora cambia tutto. La gioia di vivere ha il sopravvento sul malessere, che sparisce per lasciare spazio al sorriso verso se stesso e il prossimo. Francesco legge tanto. Si prodiga a conoscere e far conoscere colei che nella sua vita ha avuto il ruolo principale per la sua crescita spirituale, la "sua Gemma". Coinvolge dapprima i suoi familiari, poi la sua comunità Parrocchiale, e poi chiunque ha incontra nel suo cammino, nel culto alla Santa, organizzando pellegrinaggi verso i luoghi dove essa si è manifestata, e fornisce, a chi lo desidera, notizie dettagliate sulla vita e le opere della mistica lucchese.

Ed è proprio tra i malati del luogo dove lavora che Francesco inizia il suo percorso di volontario e di sostegno alle persone sofferenti nello spirito e nel corpo, nonché il suo apostolato. Tutto ruota intorno alla consolazione degli infermi. Alla parola di conforto verso i parenti di quelle persone che soffrono. "Per me andare a salutare i malati in quelle stanze – racconta Francesco – rappresenta l’incontro con Cristo sofferente". Proprio come dice un passo del Vangelo: "….Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.  … malato e mi avete  visitato…"(Matteo 25, 35-36).

Ed ecco che per poter entrare nei reparti anche lontano dai suoi orari di lavoro, ha acquisito un attestato presso un associazione accreditata per la formazione al volontariato negli ospedali. Ma il suo servire Dio non è solo nei fratelli, ma anche nella cura della Cappella dello stesso presidio, dove è presente Gesù Eucaristico. Ogni giorno si reca nella piccola Cappella a far visita a Cristo, anche per pochi attimi, per  pregare in silenzio per tutte le sofferenze degli uomini, soprattutto per  tutte  quelle persone che ogni giorno varcano la soglia della porta della struttura per curarsi.

In ogni modo, cerca di portare un sorriso in quei reparti dove la fede e la speranza sono l’unica fonte di vita. La vita è bella anche quando è segnata dal dolore. Tanti pensano che la sofferenza sia come un castigo da Dio, io invece dico che è una benedizione. Certo per dire e accettare il tutto, bisogna aver fatto esperienza di Gesù, ed essere un po’ maturi nella fede.

Francesco Donato.

Gimigliano, 01/07/2014

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