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“Si alzò e andò in fretta”

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 05/07-27/12/2015


Riflessioni Varie sulla Parola
“Si alzò e andò in fretta”


Sul Vangelo di Luca (Lc 1,39-45)

20 Dicembre 2015

                                                                                                                           di Sac. Giuseppe Biamonte


Siamo giunti alla quarta domenica del tempo di avvento che ci porta oramai al Santo Natale.

Nella prima lettura tratta dal libro del profeta Michea, Betlemme, sconosciuta fra i capoluoghi della Giudea, è prescelta dal Signore come terra santa, come luogo della Sua abitazione.

”Da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele”.

Vediamo le caratteristiche di questo dominatore.

“Egli starà là”… la prima qualità di un buon “dominatore” è quella di stare.

Quanto è difficile il verbo stare, assumerlo come stile, habitus laddove siamo chiamati a vivere o a convivere e a lavorare.

Quanto è difficile per una madre “stare là”, accanto al capezzale di un figlio ammalato; per un medico, per un operatore sanitario, un impiegato, un politico, che opera diligentemente e scrupolosamente accanto ad una marmaglia di fannulloni e disonesti.

Quanto è difficile “stare là”, convivere con dei vicini dispettosi, con parenti avvelenati, con compaesani invidiosi e gente che cambia sempre maschera.

Quanto è “difficile stare là”, vivere quella prova derivante dalla solitudine, da un lutto, dalla disoccupazione e dalla depressione.

Quanto è difficile “stare là”, rimanere fedele agli appuntamenti di preghiera, agli impegni assunti, agli obblighi e alle proprie responsabilità di lavoro e di studio.

“Pascerà con la forza del Signore” … la seconda qualità di un buon dominatore.

Il verbo pascere è tipico del mondo della pastorizia. Il pastore è chi guida, nutre, custodisce e difende il suo gregge.

Allo stesso modo chi ha delle responsabilità familiari, ecclesiali, sociali e politiche hanno una forte responsabilità, quella di prendersi cura delle persone che gli sono state affidate, soprattutto di quelle più povere e deboli.

Chi ha la missione di “pascere” un gregge deve sapere che è meglio che confidi non tanto sulle proprie forze, influenze e raccomandazioni, quanto sulla forza del Signore, ossia, quella che proviene dalla Sua Provvidenza, dalla Sua Grazia, dall’esercizio delle virtù e da una vita intensa di preghiera, intesa come abbandono fiducioso in Dio.

Nella seconda lettura tratta dalla lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei, l’apostolo ripete molto bene questo concetto con una semplice frase di abbandono a Dio: ”Ecco, io vengo per fare la tua volontà”.

Ogni uomo viene nel mondo e assume un compito unicamente per fare la volontà di Dio.

La volontà di Dio è far conoscere e amare Lui sopra ogni cosa.

E’ quello che ha fatto la Madonna, la quale una volta che ha concesso il “permesso” al Signore di farsi uomo per mezzo della sua carne, non si è montata la testa, ma è rimasta con i piedi ben piantati sulla terra.

Anzi si è alzata in fretta dagli onori, allori, privilegi e primi posti che Le potevano derivare da questo status.

Lei è andata in fretta verso una regione, una terra, un paese non pianeggiante, cioè facile ma montuosa, cioè tutta da scalare.


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