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La Buona Notizia della Domenica - 12 Marzo 2023

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La Buona Notizia della Domenica
12 Marzo 2023 - III Domenica di Quaresima - Anno A


Qui sopra potete vedere e ascoltare la video-riunione settimanale degli Aspiranti alla costituzione dell'Associazione Ecclesiale della Famiglia Missionaria San Nicodemo.
Tali riunioni hanno lo scopo, da una parte di conoscere e di confrontarsi con il Progetto Statutario dell'Associazione stessa, dall'altra hanno lo scopo di approfondire la conoscenza della vita cristiana attraverso la riflessione sulla Liturgia derlla Parola relativa alla domenica sucessiva alla data della riunione.
Tale riflessione prende il nome di "La Buona Notizia della Domenica": ci si vuole riferire all'aspetto specifico della vita cristiana che, in ciascuna domenica, la Santa Chiesa propone all’ascolto e alla riflessione dei fedeli attraverso la scelta appropriata di brani della Sacra Scrittura.
La riflessione viene guidata dal sacerdote Tommaso Boca e viene realizzata con l'apporto dialogante di tutti i Partecipanti.
Qui di seguito vengono riportati i testi in base ai quali la riflessione stessa è stata realizzata. Essi sono seguiti da una introduzione che spiega come si è addivenuti all'individuazione e alla formulazione de "La Buona Notizia della Domenica".

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DOMENICA 12 MARZO 2023
III DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA – ANNO A

LA BUONA NOTIZIA (MESSAGGIO) DELLA DOMENICA


1. La BASE DEL MESSAGGIO NEL VERSETTO Al VANGELO


Cfr. Giovanni 4, 42.15
 
Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
 
dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete.
 
 
Gesù è la roccia spirituale da cui sgorga lo Spirito Santo che realizza concretamente la nostra salvezza. Lo Spirito Santo scaturisce dall’umanità glorificata di Gesù. Quando Gesù sale in cielo – nell’Ascensione – egli riceve un’ulteriore glorificazione della sua natura umana, e da questa sovrabbondanza di glorificazione fuoriesce lo Spirito Santo: si ha la  Pentecoste.
 
Nel Battesimo noi veniamo innestati nella natura umana glorificata del Cristo, quella stessa natura da cui scaturisce lo Spirito Santo che ci unisce a lui. Bisogna sottolineare che lo Spirito Santo non inerisce direttamente nella nostra anima: egli media la sua azione attraverso la grazia, in primis la grazia santificante.
 
 
 
 
2. LO SVILUPPO DEL MESSAGGIO NEL VANGELO
 
(Giovanni 4,5-15.19b-26.39a.40-42)
 
 
 
Gesù si avvicina ad ogni uomo per offrirgli la salvezza.
 
Giovanni 4, 5-12
 
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù, dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.
 
 
Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
 
 
Il Signore guida la storia degli uomini e tutti gli avvenimenti sono da lui conosciuti, voluti o permessi. Egli offre la salvezza ad ogni uomo: ogni uomo è teneramente amato da Dio. Ed offre questa salvezza prendendo lui stesso l’iniziativa: ciò si vede chiaramente nell’episodio che abbiamo letto, dove è Gesù che prende l’iniziativa di parlare con la donna.
 
Tuttavia, l’iniziativa di Gesù si manifesta anche per il fatto che, volendo incontrare la donna Samaritana, egli si reca volontariamente presso il pozzo: Gesù va al pozzo non solo e primariamente per bere, ma ci va per incontrare la donna stessa e ciò secondo la volontà del Padre.
 
C’è ancora da mettere in rilevo che un’azione, da noi fatta per il bene degli altri secondo la volontà di Dio, si risolve allo stesso tempo pure per il bene della nostra persona, a livello materiale o spirituale che sia.
 
 
 
Simbologia dell’acqua per lo Spirito Santo
 
Giovanni 4, 13-14.19b
 
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
 
 
L’acqua, che a livello fisico lava e dona la vita, è il simbolo per eccellenza dello Spirito Santo, che a livello spirituale risana e dona anch’egli la vita.
 
Queta simbologia è chiara ed evidente nell’episodio descritto dal profeta Ezechiele nell’Antico Testamento: Mi condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. ungo il torrente, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina (Ezechiele 47,1.12)
 
 
 
Adorazione di Dio in spirito e verità
 
Giovanni 4,21-24
 
Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
 
 
Bisogna adorare il Signore non semplicemente con un culto esteriore ma con un coinvolgimento del cuore, cioè  della realtà spirituale dell’uomo.
 
Inoltre, l’adorazione di Dio deve essere fatta secondo verità, cioè secondo la verità razionale e secondo le indicazioni della verità rivelata.
 
 
 
Gesù è il Messia, in greco Cristo e in italiano Unto
 
Giovanni 4, 25
 
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
 
 
Gesù giuridicamente è re di Israele, in quanto ha come padre putativo Giuseppe che è nella linea di discendenza del re Davide.
 
Gesù ha consapevolezza di essere re, ma egli chiarisce che il suo regno non è di questo mondo.
 
Alcuni, però, erroneamente si aspettavano che il Messia avrebbe avuto un alto rango sociale e che sarebbe stato un liberatore politico, nella fattispecie che li avesse liberati dal dominio romano.
 
Messia, in lingua ebraica, corrisponde ad “unto”: il re veniva consacrato con l’unzione dell’olio. In greco la stessa parola corrisponde a Cristo. Ad essere unti, consacrati, non erano soltanto i re ma anche i sacerdoti e i profeti: Gesù è il re dell’universo, il sommo sacerdote e il profeta per eccellenza: Gesù infatti non dice della Parola: egli è la Parola.
 
Anche i cristiani, nel Battesimo, diventano re, sacerdoti e profeti.
 
 
La fede viene sperimentata personalmente
 
Giovanni 4, 39a.40-42
 
Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
 
 
Ciascuno di noi ha certamente rilevato quando la nostra fede, da professata, è diventata sperimentata, incarnata nella nostra vita. La fede in tal modo diventa più piena e più matura.
 
 
 
 
 
3. L’Arricchimento DELLA PRIMA LETTURA
 
(Stralcio)
 
 
Esodo 17, 3-6a
 
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
 
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d'Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va'! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
 
 
L’uomo ha sete nel deserto materiale e spirituale, fisicamente e spiritualmente, e il Signore lo disseta rispettivamente con l’acqua delle sorgenti e con la grazia dello Spirito Santo.
 
L’acqua è simbolo dello Spirito Santo. Tale simbologia è chiara nella visione descritta dal profeta Ezechiele nella Bibbia dell’Antico Testamento: si parla di un fiume che sgorga dal tempio, che risana le acque e fa crescere piante medicinali e piante da frutto.
 
La roccia è simbolo di Gesù, da cui scaturisce lo Spirito Santo. Gesù stesso dice, di chi crede in Lui, che dal suo seno sgorgheranno fiumi d'acqua viva: San Giovanni spiega che Gesù si riferiva allo Spirito Santo, che avrebbero ricevuto coloro che avrebbero creduto in lui (cfr. Giovanni 7,38-39).
 
E San Paolo afferma che la roccia, dalla quale il popolo ebraico attingeva l’acqua, è Gesù: «Tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo» (1 Corinzi 10,4).
 
 
 
4. FORMULAZIONE DEL MESSAGGIO
 
 
Gesù è la roccia spirituale da cui sgorga lo Spirito Santo, che realizza concretamente la salvezza meritata da Cristo.
 
   
Il Signore prepara per il suo popolo un nuovo esodo, una nuova liberazione che si realizza attraverso l’incarnazione, la morte e la resurrezione del su Figlio.
 
Con la sua incarnazione Gesù ha preso la nostra natura umana, si è fatto nostro fratello: ciò ha reso possibile che la grazia della salvezza da lui meritata si diffondesse su tutti li uomini, così come è avvenuto per il peccato commesso da Adamo.
 
Con la sua morte Gesù ha pagato il prezzo del nostro riscatto, la pena dovuta per il peccato degli uomini.
 
Con la sua resurrezione Gesù ha ricevuto nella sua umanità la pienezza sovrabbondante dello Spirito Santo, il quale discendendo su ogni cristiano, lo giustifica concretamente, lo rende figlio adottivo di Dio nella comunione con il suo Figlio, e lo rende così capace di vivere secondo i sentimenti di Gesù stesso.

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INTRODUZIONE A
“IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA”
 
Il Vangelo della domenica viene scelto dalla Santa Chiesa per proporre all’ascolto e alla riflessione dei fedeli un aspetto specifico del messaggio cristiano.
Questo aspetto viene focalizzato attraverso il Versetto al Vangelo nelle parti relazionate al Vangelo, viene sviluppato nel Vangelo e viene approfondito nella Prima Lettura.
Ne risulta che il Versetto al Vangelo è la chiave di lettura e la cerniera del Vangelo e della Prima Lettura.

Un arricchimento del messaggio si potrebbe ricavare dall’analisi del Salmo responsoriale, che viene scelto dalla Santa Chiesa per descrivere la risposta appropriata dell’uomo a Dio che parla attraverso la Prima Lettura.
E un ulteriore arricchimento si potrebbe ricavare dall’analisi della Seconda Lettura, la quale, talvolta, viene scelta dalla Santa Chiesa proprio perché rispecchia il messaggio specifico che vuole proporre ai fedeli; ma anche quando non ci fosse questo stretto legame, ci sarebbe comunque un arricchimento, poiché il significato di un’affermazione biblica – sempre – si comprende meglio alla luce delle altre.

Tuttavia, nell’elaborazione di tale messaggio, almeno in modo esplicito, si farà riferimento solo alla Prima Lettura, al Versetto al Vangelo e al Vangelo.

Più precisamente, per realizzare l’elaborato saranno presi in esame i testi integrali del Versetto al Vangelo e del Vangelo nonché il testo integrale o parziale della Prima Lettura: i testi del Versetto al Vangelo e della Prima Lettura saranno commentati nelle parti che sono in relazione all’aspetto specifico del messaggio della domenica, mentre il Vangelo sarà commentato in tutte le sue parti.

Pertanto, nella realizzazione del messaggio della domenica si procederà nel modo seguente.
Si comincerà dal testo del Versetto al Vangelo, commentandolo nelle parti che sono riprese nel Vangelo.
Successivamente si esaminerà e si commenterà il testo del Vangelo in tutte le sue parti.
Quindi si esaminerà e si commenterà la Prima Lettura, o un suo stralcio, nelle parti che approfondiscono la formulazione del messaggio della domenica che si vuole proporre.
Quindi si procederà alla formulazione del testo del messaggio della domenica; in esso confluiranno tutti i commenti di cui sopra, tranne quelli fatti al Vangelo nelle parti che non sono attinenti al messaggio stesso.

Al termine della presentazione dell’elaborato, durante la quale i Partecipanti potranno già interagire, i Partecipanti stessi saranno invitati, con i loro interventi, ad arricchire e approfondire quanto è stato detto, sulla base delle “Tracce per la Risonanza”, qui di seguito riportate.

Al messaggio della domenica in questione, viene dato il nome di "La Buona Notizia della Domenica": al riguardo si mette in evidenza che il termine Vangelo, che deriva dal greco, significa appunto Buona Notizia.

 
Tracce per la Risonanza
 
1.   Indicazione di quello che mi ha particolarmente colpito.
2.   Progressi avvertiti nel mio processo educativo:
a) sono stato informato su qualcosa che non sapevo;
b) ho preso coscienza:
·   di un mio modo di pensare sbagliato;
·   di un mio comportamento sbagliato;
·   di un attaccamento del mio cuore a qualcosa che è peccato.
3.   Formulazione di domande:
a)  al fine di capire meglio le letture proposte;
b)  al fine di chiarire alcuni aspetti della fede, in particolare quelli richiamati dalle letture stesse.
   

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