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Famiglia Missionaria San Nicodemo - Associazione Ecclesiale
Progetto Statutario e Regolamento Provvisorio
Stralcio
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Sommario
Premessa
Progetto Statutario
Regolamento Provvisorio
Appendice
Statua di San Nicodemo Abate - Buenos Aires
(dal sito fedfacia.blogspot.com)
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PREMESSA
per la Spiritualità della Famiglia Missionaria San Nicodemo
Si premettono qui alcune considerazioni di carattere teologico-ecclesiale, che fanno da sfondo e dunque aiutano a comprendere meglio la natura, la finalità, il carisma e l'apostolato della Famiglia San Nicodemo.
L'opera della Famiglia San Nicodemo, si muove in una piccola parte dell'unico vasto orizzonte di pensiero, parole e opere proprio della Santa Chiesa, orizzonte che mediante l'azione dello Spirito Santo diviene sempre più chiaro e profondo. Pertanto, la comprensione di quanto viene riportato in questo Statuto e nel relativo Regolamento, che rappresenta come una traccia, va fatta alla luce di quanto al riguardo e in generale viene insegnato, e sempre meglio conosciuto, dalla Santa Chiesa.
Concorre a focalizzare l'identità della Famiglia San Nicodemo l'insieme dei suoi Patroni, i quali vengono riportati alla fine di questa premessa, con la spiegazione dei motivi che hanno condotto alla loro scelta.
Viene messo in rilievo che, tra i Patroni principali della Famiglia, è stato inserito San Giovanni Battista, quale figura emblematica del carisma fondamentale della Famiglia stessa.
I
L'Opera della Salvezza
1 - Con la sua vita, morte e resurrezione, Gesù ha meritato la salvezza oggettiva di tutti gli uomini, di ogni luogo e di ogni tempo, ma per essere operante, essa deve essere accolta dal singolo uomo nella sua storia personale, in modo libero, consapevole e responsabile. La salvezza, dunque, non comincia soltanto nella vita futura, essa germoglia e si sviluppa nella nostra storia terrena, anche se non possiede ancora le caratteristiche della pienezza e della irreversibilità: c'è ancora la presenza del male e la salvezza potrebbe essere perduta.
2 - La salvezza è un'aspirazione di ogni uomo e Gesù viene incontro a questa aspirazione: egli vuole donare la salvezza ai ricchi e ai poveri, ai dotti e agli illetterati; però ogni uomo che voglia accogliere la salvezza deve riconoscere di essere piccolo e deve fare l'esperienza della fatica e della sofferenza.
3 - Sono piccoli coloro che sanno di non poter conoscere tutto, né di poter fare tutto, ma hanno capito ciò che è essenziale nella vita e questo può essere compreso anche quando si è poco intelligenti e poco colti. Essi riescono a comprendere che solo i valori trascendentali quali la verità, la giustizia, la libertà, l'amore rendono veramente felice l'uomo e, quasi sempre, riescono a percepire anche la presenza di Dio nell'armonia della creazione.
4 - Sono questi stessi uomini che, quando cercano di vivere i valori trascendentali che implicitamente o esplicitamente li legano alla comunione con Dio, diventano affaticati e oppressi: rifiutando ogni forma di male, si trovano continuamente nella situazione di lottare contro il male e contro gli uomini che sono asserviti al male. È la storia di tutti coloro che, da Abele fino ai giusti dei nostri giorni, hanno in Gesù di Nazareth la massima figura espressiva.
5 - E Gesù ci insegna come dobbiamo e possiamo vivere la nostra condizione di uomini che amano la verità e la giustizia, che come lui vogliono essere miti e umili di cuore: è necessario che noi viviamo in comunione con Lui.
6 - Così Gesù ci dona la sua sapienza, una sapienza che sorpassa ogni conoscenza (cf. E 3,19) e alla quale nessun uomo può resistere (cf. L 21,15). Ci dona pure la sua forza, che è superiore a quella di ogni altra creatura: quando, infatti, riconosciamo la nostra fragilità, anche noi, come San Paolo, possiamo rivestirci della potenza di Cristo (cf. 2 C 9-10). Ma soprattutto Gesù ci dona la gioia che deriva dalla comunione con lui, quella gioia piena, quella salvezza pienamente appagante che l'uomo sempre ricerca e mai può raggiungere se non in Dio (cf. J 15,11).
7 - La salvezza realizzata da Gesù, quando viene accolta, non solo ci riconcilia con Dio, ma anche con noi stessi, con i fratelli e con tutte le cose create. Essa passa sempre, direttamente o indirettamente, attraverso la Santa Chiesa, la quale ha ricevuto da Gesù stesso la missione di annunciare e offrire la salvezza a tutti gli uomini.
II
Volontà di Dio e Libertà dell'Uomo
1 - La vita è un dono per rispondere ad una chiamata, quella di Dio. Egli ci chiama a raggiungere dei traguardi, o meglio, attraverso dei traguardi intermedi egli ci chiama ad un traguardo: quello dell'amicizia eterna con Lui e con tutte le creature sante, nella pace, nella gioia e nella gloria del Paradiso.
2 - La vita stessa è una chiamata; prima di essere creati siamo infatti nella mente di Dio, che ci pensa tutti intelligenti e liberi, ognuno poi con determinate qualità, ognuno da essere inserito nella storia. Infatti, attraverso la creazione il Signore ci colloca in un certo luogo e in un certo momento, per realizzare attraverso la nostra libera corrispondenza la nostra salvezza e concorrere al suo disegno universale di salvezza; anzi, più collaboriamo a questo suo programma, più amiamo secondo la sua volontà, più saremo conformi al progetto di bene che Dio ha in mente per ciascuno di noi.
3 - C' è subito da dire che questa corrispondenza è libera: Dio che ci ha creati senza il nostro permesso, non ci può salvare se noi non collaboriamo. La salvezza, infatti, passa attraverso l'amore e non si può amare se non si è liberi. E siamo liberi nella misura in cui attuiamo la volontà di Dio. L'uomo è dotato di libero arbitrio e quindi può anche rifiutare di amare, rinchiudendosi nel suo egoismo e legandosi al suo modo di concepire il mondo, che sarà comunque sempre piccolo perché già mancherebbe la presenza di Dio che si può raggiungere solo nell'amore.
4 - Il libero arbitrio non è sinonimo di vera libertà, invece è soltanto ciò che permette a questa di attuarsi. Si è infatti veramente liberi quando uno può attuarsi secondo la verità del suo essere, cioè quando uno può attuare il suo desiderio più profondo che è quello di amare e di amare secondo le sue capacità, volgendosi verso quelle operazioni che, tra le possibili, di più lo attraggono.
5 - La volontà di Dio consiste proprio nel sostenere questa libertà dell'uomo, perché quello che Dio vuole è ciò che l'uomo veramente vuole, quando sia libero da ogni forma di condizionamento: la volontà di Dio è allo stesso tempo assolutamente vincolante (cf. Sollicitudo rei socialis, 38) e assolutamente liberante (cf. Veritatis splendor, 42).
III
Collaborazione all'Opera di Dio
1 - Ogni opera buona compiuta dall'uomo è sempre una operazione umana e divina, e, in essa, nella misura in cui esiste la giusta disposizione dell'uomo, si realizza un proporzionale avvicinamento ad una vera manifestazione dello Spirito, e quindi al compimento dell'opera di Dio attraverso l'opera dell'uomo: così accade, a titolo di esempio, nella preghiera.
2 - Nella preghiera, quando siamo in comunione con Gesù e come lui vogliamo fare la volontà del Padre, "lo Spirito Santo intercede per i credenti secondo i disegni di Dio" (R 8,27), e dunque la preghiera effettuata corrisponde, in proporzione alla docilità dell'orante allo Spirito Santo, ad una manifestazione di Dio che parla attraverso l'uomo: ciò in modo simile a quanto avviene nella Sacra Scrittura, nella quale, come sappiamo, la persona ispirata, liberamente, dice tutto e soltanto quello che Dio vuole.
3 - Pertanto, quando, con la preghiera nello Spirito Santo, domandiamo qualcosa al Signore, egli esaudisce la nostra richiesta perché essa si inserisce nel suo disegno universale di salvezza integrale per ogni uomo, la quale riguarda innanzi tutto la salvezza eterna dell'anima.
4 - Rovesciando il modo di esprimerci, possiamo dire che attraverso la preghiera, come anche attraverso ogni altra azione compiuta nello Spirito Santo, noi ci inseriamo sempre più perfettamente nel disegno di Dio, e diventiamo così suoi collaboratori, riguardo a tutto il bene che egli vuole realizzare a favore di tutti gli uomini e dunque anche di noi stessi.
5 - L'agire virtuoso non è solo e primariamente nostro: "E' Dio infatti che suscita in noi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni" (Ph 2,13). Così Giovanni Paolo II, parlando dell'impegno della Chiesa per lo sviluppo come dovere del suo ministero pastorale, lo indica come partecipazione al piano di Dio (cf. Sollicitudo rei socialis, 31).
IV
Conversione e Santificazione
1 - L'uomo è teneramente amato dal Signore, il quale, rispettandone la libertà, nella grazia dello Spirito Santo, lo chiama alla conversione e a raggiungere il grado di santità che ha ricevuto come dono: bisogna cercare di abbandonare ogni forma di male e di compiere tutto e soltanto quel bene che Dio si aspetta liberamente da noi.
2 - Mediante la fede e il Battesimo si ha la prima e fondamentale conversione dell'uomo, cioè la giustificazione, che implica la santificazione di tutto l'essere e dunque un cammino di conversione continua per tutta la vita (cf. CCE 1427 e seguenti).
3 - Il processo di santificazione non è mai totale, non solo rispetto a ciò che non si è ancora conosciuto o capito, ma anche rispetto all'osservanza o alla piena osservanza di ciò che abbiamo conosciuto o capito, e necessita di ininterrotte fasi successive che richiedono sempre il perdono e l'aiuto del Signore oltre alla collaborazione, innanzi tutto di fede, da parte dell'uomo.
4 - In tale processo "il dono primo e più necessario è la carità, con la quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di lui. Ma perché la carità, come buon seme, cresca e nidifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la parola di Dio e con l'aiuto della sua grazia compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto all'eucaristia, e alle azioni liturgiche; applicarsi costantemente alla preghiera, all'abnegazione di se stesso, all'attivo servizio dei fratelli e all'esercizio di tutte le virtù" (Lumen gentium 42a).
5 - La santità é vocazione e condizione di salvezza per ogni uomo, in ogni stato di vita, in ogni età, in ogni condizione sociale, e modello di ogni santità è la persona del Verbo fatto carne, crocifisso e risorto, sempre docile alla volontà amorevole e liberante del Padre.
6 - Ogni uomo, pertanto, è chiamato a configurarsi a Cristo e a rivestirsi dei suoi sentimenti, come San Paolo, il quale, senza avere la pretesa di essere né giustificato né perfetto, pur essendo consapevole di non avere colpa alcuna (cf. Ph 3,12 e 1 C 4,4 ), così afferma: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (G 2,20).
V
I Patroni della Famiglia San Nicodemo
1 - I Patroni principali dell'Istituto sono la Santissima Trinità, la Sacra Famiglia, San Nicodemo Abate, San Giovanni Battista e Santa Francesca Saverio Cabrini.
2 - La Santissima Trinità, adorata e glorificata, e la Sacra Famiglia vengono in particolare invocate in relazione al carattere familiare della Famiglia San Nicodemo; San Nicodemo Abate e San Giovanni Battista perché di essa sono: il primo l'ispiratore e il titolare, il secondo la figura emblematica del carisma fondamentale; Santa Francesca Saverio Cabrini perché è festeggiata nel giorno in cui si è aperta la prima casa della Famiglia stessa.
3 - Altri Santi Protettori sono per primi: San Michele Arcangelo, come aiuto nei bisogni e nelle azioni di sollievo spirituale; San Francesco d'Assisi e Santa Chiara, come protettori della comunione fraterna tra i membri della Famiglia San Nicodemo; i Santi Cosma e Damiano, in particolare come aiuto nei bisogni e nelle azioni di sollievo materiale, fisico e psichico.
4 - Quindi si annoverano: i Dodici Santi Apostoli e San Paolo Apostolo, come aiuto alla Famiglia, in quanto parte della Chiesa; San Francesco di Paola perché protettore della Regione Calabria dove nasce la Famiglia; Santa Monica, la Beata Laura Vicuña, San Francesco Saverio e San Leopoldo Mandic come aiuto nell'attività della Famiglia riguardanti, rispettivamente, la preghiera, la penitenza, l'annuncio missionario e la preparazione e amministrazione del Sacramento della Riconciliazione; Sant'Antonio di Padova, come sostegno ai membri della Famiglia per vivere la castità; Santa Alessandra di Amiso e San Tommaso d'Aquino, quali protettori delle persone che maggiormente hanno pensato la nascita, la natura e la finalità della Famiglia San Nicodemo.
5 - Dopo la Santissima Trinità, è proprio alla Madonna, Madre di Gesù e Sposa di San Giuseppe, Donna di Nazareth, che si vuole affidare, in modo speciale, la vita e l'opera della Famiglia San Nicodemo.
6 - La Madonna, Porta del Cielo e Madre della Chiesa, infatti, insieme alla Santissima Trinità, viene pure ricordata nel distintivo dell'Istituto, che riporta: la Scritta Famiglia San Nicodemo, una Croce, simbolo della Redenzione, un Triangolo, un Sole e una Colomba, simboli rispettivamente del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, nonché una Corona a dodici stelle, simbolo, appunto, della Madonna, Madre di Dio e Regina del Cielo e della Terra.
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PROGETTO STATUTARIO
1
Erezione Canonica e Fondazione
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2
Natura e Finalità
Art. 3 - § 1. L'associazione “Famiglia Missionaria San Nicodemo - Associazione Ecclesiale” è un'associazione di fedeli cattolici, sia uomini che donne, i quali ricercano la propria santificazione, secondo la misura del dono ricevuto.
§ 2. Essi, nell'unione intima con Gesù, si propongono di testimoniare l'uguale dignità di ogni uomo e di vivere tra loro, un rapporto cristiano familiare, nel rispetto della singola persona, nella semplicità e nel mutuo sostegno, coscienti di essere inseriti nel circolo dell'amore interno ed esterno della Famiglia Trinitaria,
§ 3. La Famiglia Missionaria San Nicodemo, essa stessa salvata e sempre bisognosa di salvezza, volendo portare alla comunione Trinitaria ogni uomo, si pone al servizio della Redenzione, nella Chiesa e secondo la volontà di Dio.
Art. 4 - § 1. Nella sua partecipazione all'opera pastorale della Chiesa, l'Istituto in particolare si vuole impegnare:
1° nell'evangelizzazione, evidenziando da una parte l'amore e la vicinanza salvifica del Signore e dall'altra la sua santità, e dunque la necessità per l'uomo di convertirsi;
2° nella preghiera e nella penitenza, offerte primariamente secondo la volontà di Dio e per la conversione dei peccatori;
3° nella promozione e nella preparazione del sacramento della Confessione.
§ 2. Attraverso quest'ultima azione pastorale, si vuol fare affrontare convenientemente alla persona umana la sofferenza materiale, fisica, psichica e spirituale e, finalmente, rimuovere quella morale, in modo che essa possa vivere nella pace, nella serenità e nella gioia.
Art. 5 - L'Istituto, inoltre, vuole interessarsi del bene integrale dei familiari stretti dei propri membri, anche assistendoli nei bisogni materiali urgenti.
3
Atto di Consacrazione
...
4
Relazione con Dio
...
5
Modalità di vita e Rapporti con gli altri Istituti della Famiglia
Art. 32 - 1. I membri dell'Associazione ordinariamente vivono da soli o nelle loro famiglie e vengono guidati tramite una Direzione locale o zonale.
§ 2. È possibile condividere temporaneamente la vita comunitaria degli Istituti Religiosi della Famiglia San Nicodemo, specialmente quando si dovesse concordare una collaborazione in qualche specifica attività degli Istituti stessi.
§ 3. In particolare i membri maschili dell'Associazione Ecclesiale della Famiglia San Nicodemo, denominati Fratelli, possono condividere la vita comunitaria dell'Istituto Clericale Religioso nonché alcuni momenti della vita comunitaria dell'Istituto Religioso Femminile, ad esempio nella preghiera e nella consumazione dei pasti.
§ 4. Da parte loro, i membri femminili della stessa Associazione Ecclesiale, denominate Sorelle, possono condividere la vita comunitaria dell'Istituto Religioso Femminile nonché alcuni momenti della vita comunitaria dell'Istituto Clericale Religioso, ad esempio nella preghiera e nella consumazione dei pasti.
Art. 33 - L'Associazione svolge le sue attività di apostolato, collaborando con l'Istituto Clericale Religioso della Famiglia San Nicodemo, che si impegna a sostenere anche sotto l'aspetto economico, e con l'Istituto Religioso Femminile della Famiglia stessa.
Art. 34 - Rapporti con l'Istituto Clericale Religioso della Famiglia.
§ 1. Responsabile ultimo dell'Associazione è il Superiore Generale della "Famiglia Missionaria San Nicodemo - Istituto Clericale Religioso".
§ 2. Il Superiore Generale, che può agire anche attraverso un suo Delegato, deve seguire con la massima attenzione lo svolgersi della vita e dell'attività della predetta Associazione e deve approvarne i momenti salienti; in particolare, con il voto deliberativo del suo Consiglio, deve approvare:
1° la decisione di ammettere tra i membri effettivi di aggregazione definitiva dell'Associazione;
2° la relazione annuale di verifica e programmazione sull'andamento generale della vita e dell'attività dell'Associazione Ecclesiale, nonché il bilancio economico annuale, preventivo e consuntivo.
§ 4. Il Superiore Generale, inoltre, deve autorizzare, sempre con il voto deliberativo del suo Consiglio:
1° l'acquisto e la vendita di beni immobili e dei beni mobili registrati, nonché qualunque trasferimento del loro possesso e della loro proprietà;
2° tutte le spese straordinarie non previste nel bilancio economico annuale.
§ 5. Il Superiore Generale, infine, con il voto collegiale del suo Consiglio, ha la facoltà:
1° di approvare l'elezione del Moderatore Generale e del suo Consiglio;
2° di avviare la procedura per destituire il Moderatore Generale, di propria iniziativa o su proposta del Consiglio dell'Associazione;
3° di avviare la procedura per l'espulsione dei membri effettivi dell'Associazione, di propria iniziativa o su proposta del Consiglio dell'Associazione;
4° di compiere tutti gli atti propri del Moderatore Generale, per motivi gravi ed eccezionali
6
Apostolato
Art. 45 - Termine dell'Apostolato.
§ 1. Partecipando all'opera pastorale della Chiesa, la Famiglia San Nicodemo vuole aiutare tutti gli uomini a maturare o scoprire il rapporto personale con il Dio vivente, uno e trino, santo e misericordioso.
§ 2. In funzione di ciò, la Famiglia vuole anche aiutare ogni uomo a prendere coscienza della sua vocazione, attraverso l'inculturazione dei valori cristiani, e la diffusione e la proposizione comprensibile della verità evangelica.
§ 3. Per realizzare questo, anche quando il suo operare assume dimensioni generalizzate, la Famiglia si pone ultimamente al servizio dell'uomo concreto, chiamato a salvarsi nella sua storia, cioè nel suo luogo e nel suo tempo.
Art. 46 - Apostolato della Preghiera e della Penitenza.
§ 1. Perché sulla terra si attui la salvezza e abbiano successo i tentativi degli uomini per realizzarla, è necessario il dono della grazia che viene da Dio (cfr Centesimus annus, 59).
§ 2. Dunque la salvezza e la sua realizzazione sono frutto della grazia e questa grazia bisogna implorarla (cfr Sollicitudo rei socialis, 31), sia con la preghiera sia con l'offerta della penitenza (cfr Ad gentes, 38).
§ 3. È soprattutto nella celebrazione e nell'adorazione dell'Eucarestia, fonte e culmine dell'evangelizzazione, che si può chiedere il dono della salvezza e delle energie per collaborare alla sua realizzazione, sull'esempio di Gesù Cristo che in tale sacramento dà la vita per i suoi amici (cfr Sollicitudo rei socialis, 49).
§ 4. I membri della Famiglia sono consapevoli di doversi impegnare, e lo faranno secondo le modalità previste nel Regolamento, alla preghiera e alla penitenza, tramite di grazia per la salvezza propria e quella dei fratelli.
Art. 47 - Apostolato nelle singole Diocesi.
§ 1. I membri dell'Associazione, presenti in una Diocesi, oltre alla preghiera e alla penitenza, hanno come impegno principale di apostolato la testimonianza dell'amore salvifico e della santità di Dio, con l'amore verso il prossimo e la fedeltà all'imperativo morale, in ogni ambito della loro vita (cfr 2 Cor 3,2).
§ 2. Inoltre, per quanto è possibile, partecipano alle attività di apostolato esistenti in Diocesi nonché a quelle disposte dalla Famiglia San Nicodemo.
§ 3. I membri dell'Associazione, si propongono, ancora, di promuovere il culto di San Nicodemo, almeno in una Parrocchia della Diocesi in cui sono presenti.
Art. 48 - Apostolato rivolto alla Famiglia.
§ 1. Una specifica finalità di apostolato che la Famiglia San Nicodemo vuole realizzare, è quella di contribuire allo sviluppo della famiglia come piccola chiesa e cellula fondamentale della società.
§ 2. All'uopo i membri dell'Associazione si prendono cura, per quanto è possibile, del bene integrale di tutti i loro stretti familiari, anche assistendoli nei loro bisogni materiali ma interessandosi innanzi tutto del loro benessere morale e spirituale.
§ 3. Si propongono, inoltre, di diffondere tra i fedeli del loro ambito di vita, un similare atteggiamento di cura verso i loro familiari.
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Patrimonio e Mezzi finanziari
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8
Specificazioni Statuto e Regolamento
…
9
Norme Transitorie e Finali
…
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REGOLAMENTO PROVVISORIO
1
Specifiche formative
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2
Preghiera e Studio - Formazione e Attività
Art. 5 - § 1. Vengono qui precisate le incombenze giornaliere, mensili e annuali degli Associati - Fratelli e Sorelle -, in materia di preghiera, di studio, di attività e di formazione in genere.
§ 2. Quanto viene stabilito può essere soggetto a variazioni o a sospensioni temporanee, ma esse debbono essere autorizzate dall'Autorità comunitaria competente.
Art. 6 - Sulla Preghiera giornaliera.
§ 1. Tenendo conto pure dei tempi di preghiera vissuti con altri fratelli nella fede, ogni Associato, nell'arco della giornata, normalmente deve: celebrare i Vespri; recitare una Preghiera quando si incomincia la giornata, prima e dopo i pasti, e alla sera, prima di andare a dormire, aggiungendo un breve Esame di coscienza seguito da un Atto di dolore.
§ 2. Quando ci sono impedimenti, al posto dei Vespri, si dovrà recitare una Preghiera.
§ 3. Quando è possibile, l'Associato deve pure: recitare le Lodi, partecipare alla Santa Messa, recitare il Santo Rosario e fare una breve Meditazione, con un accento particolare sulla morte corporale.
Art. 7 - Soccorsi spirituali.
Ogni Associato viene vivamente esortato: a confessarsi almeno una volta al mese; a farsi consigliare, quando occorre, da un Padre Spirituale facilmente reperibile; a saper ricorrere all'aiuto, in ogni cosa, dell'Autorità comunitaria.
Art. 8 - Sullo Studio.
Oltre che conoscere lo Statuto e il Regolamento dell'Associazione, ogni membro dovrà ricercare la progressiva conoscenza di un Catechismo, della Bibbia e di un documento ecclesiale sui Fedeli Laici.
Art. 9 - Incombenze settimanali.
§ 1. L'Associato, settimanalmente, dovrà partecipare alla Santa Messa domenicale e a quelle festive di precetto;
§ 2. Sempre settimanalmente, almeno per alcuni mesi all'anno, dovrà ascoltare un insegnamento sulla vita cristiana .
§ 3. Inoltre, quando è possibile, dovrà impegnarsi in un servizio nel campo ecclesiale o sociale nonché attendere ad un'ora di Adorazione Eucaristica.
Art. 10 - Incombenze periodiche.
§ 1. Ogni Associato, normalmente, dovrà prendere parte ad un incontro mensile comunitario di formazione, verifica e programmazione.
§ 2. Cercherà, ancora, di prendere parte ad altre proposte di formazione, disposte nel corso dell'anno dall'Autorità comunitaria o dalla Diocesi in cui vive.
§ 3. Inoltre, per quanto è possibile, parteciperà alle attività di apostolato esistenti in Diocesi nonché a quelle disposte dalla Famiglia San Nicodemo.
3
Opere di penitenza
Art. 11 - La Santa Madre Chiesa nel Codice Canonico (art. 1249 e seguenti) ricorda che i fedeli di Cristo, per legge divina, ciascuno secondo la propria condizione, hanno l'obbligo di fare penitenza al fine di compiere con maggiore fedeltà il proprio dovere.
Art. 12 - Nei limiti e nella salvaguardia di quanto viene affermato dalla Chiesa, questa Associazione stabilisce per i propri iscritti, riguardo alle opere di penitenza, quanto segue.
Art. 13 - § 1. Ogni Venerdì dell'anno, si farà digiuno e astinenza così come la Chiesa stabilisce per il Mercoledì Santo e il Venerdì Santo.
§ 2. Tutti i Martedì, i Mercoledì e i Venerdì dell'anno, durante i pasti non si potranno consumare bevande alcoliche, mentre tra i pasti si potrà consumare solo acqua.
§ 3. Il regime di penitenza aggiuntivo, stabilito dall'Associazione, viene sospeso nelle festività civili e religiose, e nelle ricorrenze e circostanze che saranno indicate dall'Associazione stessa.
Art. 14 - § 1. Ogni Aderente, come entra a far parte della Famiglia, dovrà riconsiderare insieme all'Autorità comunitaria i legami a precedenti voti e promesse e dovrà dichiarare, liberamente, che promesse o voti aggiuntivi a quelli previsti Associazione non lo obbligheranno in coscienza né potranno essere attuati, se non verranno debitamente autorizzati dall'Istituto stesso.
§ 2. Non saranno comunque autorizzati o richiesti gesti penitenziali che potrebbero ridurre la libertà della persona.
§ 3. Chi ottiene di fare un'ulteriore penitenza non ritenga di essere Superiore al fratello: ci sono doni in misura diversa, penitenze non visibili e strade di santificazione diverse.
Art. 15 - Ogni Associato ricordi che dovrà innanzi tutto sopportare ed offrire quelle sofferenze di cui il Signore fa dono anche se non richieste; nessun Associato comunque chieda in dono sofferenze al Signore, se prima non ne avrà parlato con il suo Padre Spirituale, e quindi venga autorizzato dall'Autorità comunitaria competente.
Art. 16 - § 1. Le penitenze stabilite dall'Associazione, per sopraggiunte necessità possono essere dispensate dalla competente Autorità comunitaria, sia a favore dell'intera comunità sia a favore dei singoli componenti della stessa.
§ 2. Inoltre, l'Autorità comunitaria, per motivi validi, può consentire che l'Associato possa sostituire temporaneamente con altri, i giorni di penitenza stabiliti dall'Associazione.
§ 3. Nei casi di urgenza ogni Associato può derogare a sua discrezione dall'osservanza delle penitenze stabilite o autorizzate dall'Associazione.
4
Decoro della persona e Distintivo
Art. 17 - § 1. Nel vestirsi dovrà evitarsi l'ostentazione del corpo e la vanità, tenendo invece presente il principio della carità, nel rispetto della coscienza debole altrui (cfr 1 Cor 8,9), e quello della testimonianza cristiana, secondo il concetto di lettera scritta (cfr 2 Cor 3,2), di cui parla San Paolo.
§ 2. All'altezza del cuore, sul lato sinistro del vestito potrà essere spillato il distintivo della Famiglia San Nicodemo: la sua grandezza è di circa la metà rispetto a quello fissato sul saio del vestito ufficiale dei religiosi della Famiglia San Nicodemo.
§ 3. In alternativa, si potrà portare una piccola croce di legno di colore marrone chiaro, appesa al collo con un cordoncino di colore marrone scuro.
Art. 18 - § 1. Il distintivo della Famiglia è rappresentato da una figura a forma di scudo, arrotondato nella parte superiore e inferiore.
§ 2. Tale figura ha un bordo evidenziato da due linee; tra queste, partendo da sinistra e salendo in senso orario, si trova la Scritta tutta in maiuscolo Famiglia San Nicodemo, separata in basso da una Corona di stelle.
§ 3. Al centro del distintivo, sono disegnati una Croce e, partendo dall'alto, da sinistra a destra e scendendo, un Triangolo, un Sole e una Luce che brilla, rassomigliante a una Colomba in picchiata e, allo stesso tempo, a una Fiammella.
§ 4. Il fondo del distintivo è di colore grigio medio argento, mentre le linee, la scritta e i disegni sono di colore bianco splendente.
Art. 19 - § 1. Il Triangolo, il Sole e la Colomba vogliono simboleggiare le Persone della Santissima Trinità e il loro ruolo nella Redenzione che si realizza per la morte in croce di Gesù, il Figlio di Dio che è venuto a visitarci dall'alto come Sole che sorge.
§ 2. La Corona vuole simboleggiare la Madonna, Porta del Cielo e Madre della Chiesa, alla quale in modo speciale, dopo la Santissima Trinità, si vuole affidare la vita e l'opera della Famiglia San Nicodemo.
§ 3. In tale contesto la Scritta Famiglia San Nicodemo, oltre che indicare il nome dell'Istituto, che fa riferimento a San Nicodemo Abate, vuole specificarne anche l'identità: comunità familiare, essa stessa salvata e sempre bisognosa di salvezza, la Famiglia San Nicodemo si pone al servizio della Redenzione, nella Chiesa e secondo la volontà di Dio.
5
Sulle Disposizioni
Art. 20 - § 1. Per esplicitare o rendere operativo quanto viene stabilito nel Regolamento, così come nello Statuto dell'Associazione, saranno emanate dall'Autorità competente delle Disposizioni.
§ 2. Esse avranno lo stesso valore obbligante dei predetti Statuto e Regolamento e non potranno mai essere in contrasto con gli stessi.
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APPENDICE
LE ORIGINI DELLA FAMIGLIA MISSIONARIA SAN NICODEMO
I
La percezione di istituire la Famiglia San Nicodemo
1 - Essendo parroco a Mammola, nell'anno 1997, il sacerdote Tommaso Boca svolgeva delle riunioni settimanali di ricerca vocazionale, e lì una giovane Partecipante manifestava il desiderio di volersi ritirare in preghiera sul monte, dove mille anni prima era vissuto San Nicodemo Abate.
2 - Al riguardo, tra il nominato sacerdote e la stessa giovane, si sviluppava un continuo dialogo di approfondimento, che prima faceva intravedere la possibilità di fondare una comunità religiosa femminile e, successivamente, di allargare questa comunità anche ad un ramo religioso maschile e ad un ramo di secolari.
II
Il nome di Famiglia Missionaria San Nicodemo
1 - In questo dialogo, che veniva accompagnato dalla preghiera, emergeva la consapevolezza che, sull'esempio di San Nicodemo, si sarebbe dovuto fare penitenza e si sarebbe dovuto pregare, innanzi tutto secondo la volontà di Dio ancor prima che per la conversione dei peccatori.
2 - Pian piano emergeva anche il nome di Famiglia Missionaria San Nicodemo da dare alla nascente Comunità: Famiglia, per indicare la caratteristica delle relazioni tra i componenti della Comunità; Missionaria, per indicare l'intenzione della Comunità di annunciare il Vangelo anche tra i pagani del nostro tempo; San Nicodemo, perché l'ispirazione della nascita della Comunità era partita dalla considerazione della sua vita sul monte Kellerana, che si trova nel territorio di Mammola.
III
Giovanni Battista figura principale dell'identità Comunitaria
1 - Inoltre appariva sempre più chiaramente la natura e la finalità dell'istituzione nascente nonché il suo carisma, che trovava in San Giovanni Battista la principale figura di espressione.
2 - Questa emergeva dalla considerazione della spiritualità e delle aspirazioni di apostolato del sacerdote Tommaso Boca ma pure dalla considerazione dei punti di contatto tra la vita di San Giovanni Battista e quella di San Nicodemo: entrambi sono stati dei profeti, il primo è voce di uno che ha gridato nel deserto della Giudea, il secondo è voce di uno che ha predicato sul monte Kellerana; entrambi si sono impegnati nella preghiera e hanno praticato la penitenza, come risulta anche dal modo di vestire e di mangiare.
3 - San Giovanni Battista è dunque il principale modello di riferimento per la Famiglia San Nicodemo: come San Giovanni Battista, essa vuole annunciare e testimoniare non solo l'amore misericordioso di Dio ma anche la sua santità, indicando Gesù presente in mezzo agli uomini e richiamando alla conversione; come San Giovanni Battista vuole impegnarsi nella preghiera e praticare la penitenza, tramite di grazia e contributo per realizzare il dominio dei propri istinti e la libertà del cuore (cf. CCE 2043); in modo simile a San Giovanni Battista, la Famiglia San Nicodemo, considerata nella sua totalità, vuole promuovere, preparare e amministrare il sacramento della Confessione per il perdono dei peccati.
4 - Per esprimere il riferimento a San Giovanni Battista come principale modello della sua identità spirituale e del suo apostolato, fin dagli inizi la Famiglia San Nicodemo ha fatto propria in modo speciale la preghiera del Benedictus, che ha poi ispirato il distintivo della Famiglia stessa, nel quale viene appunto raffigurato in modo stilizzato un sole che sorge, simbolo del Figlio che è venuto sulla terra per salvarci.
IV
Gli inizi della vita comunitaria della Famiglia San Nicodemo
1 - Nell'anno 1997 iniziava, dunque, la progressiva percezione di dover fondare la Famiglia Missionaria San Nicodemo, comprendente un ramo religioso maschile, uno religioso femminile e uno di secolari. Successivamente veniva deciso di iniziare con la comunità maschile e all'uopo, in data 21 Settembre 1998, veniva richiesto ad un Padre Francescano, esperto nel campo canonico, un aiuto sulla stesura dello statuto riguardante la comunità religiosa maschile che si voleva fondare.
2 - Intanto avevano avuto inizio degli incontri settimanali ed accanto ad essi degli incontri mensili, ai quali partecipavano dei giovani, provenienti da diverse località della provincia reggina. In questi incontri si pregava, e inoltre si comunicavano, si discutevano e si approfondivano le caratteristiche della Comunità da fondarsi; veniva pure data una prima conoscenza della vita religiosa: per questo motivo, in diverse occasioni, oltre al sacerdote Tommaso Boca, a tali incontri c'era la presenza di una e, talvolta, anche due consacrate.
3 - Un po' più tardi, il sacerdote Tommaso Boca, con il permesso del Vescovo Diocesano, Mons. Giancarlo Maria Bregantini, iniziava degli incontri specifici per le persone che manifestavano di voler aderire alla comunità maschile della Famiglia: mensilmente, in strutture della Chiesa diocesana, venivano realizzati dei ritiri di formazione che includevano anche il pernottamento.
4 - Avveniva, così, che il sacerdote Tommaso Boca, in data 22 dicembre 2001, memoria di Santa Francesca Saverio Cabrini, apriva in Mammola una casa, dedicata alla Santissima Trinità, per avviare un'esperienza di vita comunitaria di aspiranti al ramo religioso maschile della Famiglia San Nicodemo. Oltre al sacerdote Tommaso Boca, che comunque avrebbe continuato a pernottare nella canonica della parrocchia, all'iniziativa avevano aderito altre tre persone, ma soltanto una prese dimora nella casa in modo stabile, un'altra vi stette solo qualche giorno e la terza vi andò solo successivamente, ma in modo saltuario.